FIBA World Cup China 2019 II°round: l’Italbasket crolla sul più bello vince la Spagna 67-60 e dice addio ai sogni di gloria

Wuhan, 6 settembre 2019 – Alla Wuhan Sports Center Stadium l’Italbasket del CT Meo Sacchetti si pianta sul più bello e deve arrendersi ad una Spagna più brutta che mai per 67-60. Oltre al danno, la beffa di tornare a casa perchè perdendo oggi vs gli iberici, con la contemporanea vittoria della Super Serbia vs Porto Rico 90-47 (!), sia Spagna che Serbia sono matematicamente ai quarti con 3 vittorie e zero sconfitte, dovendo solo stabilire tra di loro (domenica 8 settembre), chi si posizionerà in cima a questo secondo Gruppo J mentre l’Italbasket ed i caraibici sono a casa per l’esatto opposto: entrambe con uno score di 0 vittorie e 3 sconfitte. Domenica 8 settembre anche loro disputeranno l’una vs l’altra una gara platonica, che varrà solo per le statistiche e nulla più (complimentoni come al solito al fosforo che abbonda in FIBA, ogni anno sempre fautrice di formule astruse e fantasiose, in peggio ovviamente, in queste manifestazioni).

Ma tornando al match, cosa dire? Amarezza? Tanta, molta, infinita quasi perchè le Furie Rosse oggi erano battibili, abbordabili, assolutamente al livello di questa Italbasket tanto spelacchiata ma con un grande cuore. Purtroppo il cuore da solo non basta perchè ci vuole anche tanto, tanto cervello per vincere una gara decisiva come questa, combattuta letteralmente nel fango, possesso dopo possesso o meglio, dopo lo straordinario cazzotto che l’Italbasket aveva inferto alla Spagna al 6′: 5-15, con spagnoli a referto solo con Ricky Rubio e grazie ad un generoso regalo arbitrale (la stoppata di uno stratosferico oggi Paul Biligha sul play iberico era pulitissima!), oltre che ad una tripla di tabella sempre del solito play.

Don Sergio Scariolo prendeva provvedimenti. Fuori proprio l’ex-play degli Utah Jazz e futuro Phoenix Suns protagonista di almeno 6 perse in quel mentre e dentro un certo Sergio Llull, più colui che diventerà poi l’eroe spagnolo del match, Juancho “Juanito” Hernangomez. E qui l’Italbasket iniziava letteralmente a litigare con il match, fattore che si rivelerà determinante per le sorti dello stesso Mondiale.

Come? Prima di tutto concedendo in un amen il rientro agli spagnoli dal -10 (al primo suono della sirena si chiudeva sul 18-18 con un parziale in 4′ di gioco da 3-13), ma in particolar modo a non dare seguito alla bella, attenta difesa mostrata proprio sino al time-out di Don Sergio. Emblematico il solito, imbarazzante Alessandro Gentile che, con Sergio Llull partito lancia in resta verso il nostro canestro, invece di andargli letteralmente addosso per fargli fallo o quantomeno limitarlo essendogli abbastanza vicino, si disinteressava letteralmente del play del Real Madrid andando a coprire un lato del campo dove non c’era nessun giocatore spagnolo (mentre sia Hackett che Gallinari coprivano sui propri uomini sotto canestro), e consentendo quindi all’avversario un suo comodo, marchio di fabbrica: arresto dalla linea da tre e canestro facile, facile!

Come potrete facilmente capire quindi, iniziava nel secondo periodo sul 18-18 un’altra gara ma con la Spagna che, avendola letteralmente scampata bella dopo quell’inizio da schifo autentico, agevolato però anche da una ottima, ottima difesa Italbasket con un Paul Biligha in grado di fare di tutto in aiuto e canestri da fuori e vs un certo Marc Gasol, poteva raddrizzare le cose in modo semplice, godendo di maggiore rotazioni dalla panchina ma soprattutto di gente in campo con esperienza da vendere in situazioni come queste. Iniziava quindi una lotta fisica, selvaggia e quasi belluina, straordinaria per intensità ma con la Spagna che trovava (come nel contro-break del primo periodo), qualche canestro più facile di quelli dell’Italbasket. E sì perchè mentre l’intensità e la fisicità delle Furie Rosse in difesa non calava se non per qualche fraime, gli azzurri per fare canasta ci mettevano effetti speciali, cuore e grinta ma scarsa lucidità ed affidandosi a giocate superlative di un commuovente Gigi Datome e di Danilo Gallinari più Ale Gentile mentre in difesa iniziavano a vedersi delle vistose lacune, anche se non preoccupanti al momento. Il 30-31 del 20′ di fatto premiava l’Italbasket ma raccontava anche di tanti errori al tiro per le contendenti con gli spagnoli però spaventati a morte, di poter subire una sconfitta che ne avrebbe goffamente compromesso il cammino in questo Mondiale. Unico dato da far riflettere erano i 14 punti in contropiede dei nostri avversari.

E ad inizio terzo periodo, mentre tutti aspettavano Marco Belinelli, Marc Gasol o Ricky Rubio, ecco salire in cattedra Juancho Hernangomez: da tre, da due con fallo, a rimbalzo offensivo, spettacolo puro. L’Italbasket non mollava, anzi. Capitan Gigi Datome metteva dentro canestri importantissimi ma la spina elettrica che di solito lega cuore a cervello iniziava già a venire meno. Non potendo contare su di un cambio serio in regia, a causa di un di-sa-stro-so Luca Vitali che nel primo periodo bucava due comodi tiri e commesso qualche altra fesseria di troppo mentre Dani Hackett prendeva fiato in panchina, l’Italbasket entrava in apnea offensiva mentre la morsa difensiva spagnola aveva la meglio sia su Marco Belinelli che su Danilo Gallinari. Sacchetti metteva dentro Amedeo Della Valle con anche Jeff Brooks a dar fiato allo straordinario Paul Biligha di oggi ma gli effetti erano devastanti: Rubio dentro sino al ferro nel cuore dell’area azzurra con fallo di Della Valle generato dal suo scarso peso fisico e dal solito “Chiudi tu? No, vado io!” che Brooks non coglieva, morale Spagna sul +8 (46-38 al 27′), e gara quasi finita. Ma che fosse ormai anche una gara ad alto tasso emotivo, quindi senza grande logica, lo conferma il fatto successivo: proprio Della Valle metteva dentro un buon tiro al ferro, Gallinari subiva un fallo con canestro ma senza convertirlo ed ancora dopo sempre Della Valle siglava il 46-44 impensabile sino a pochi secondi prima!! Don Sergio chiamava tempo e, come per incanto, la Spagna rientrava in campo piazzando due canestri consecutivi imbarazzanti per facilità e nell’incedere di questo match, mostrando la caratura superiore rispetto all’Italbasket, piaccia o meno. Finalmente reagiva uno spento, offensivamente parlando, Daniel Hackett con una gran tripla ma un leone in difesa, idem Jeff Brooks (altro “Chi l’ha visto” tra Serbia ed oggi…), e tutto sommato si chiudeva il terzo periodo sul 50-48. Ottimo? No, ma alla luce di un traballantissimo terzo periodo, un affarone per questa Italbasket incerta (a dir poco), in attacco.

Quarto periodo ed accadeva di tutto in campo, sempre nei limiti del regolamento, tranne che fare canestro. Don Sergio si pietrificava sullo 0/2 ai liberi proprio del suo eroe di serata, Juancho Hernangomez e, con l’Italbasket sul 52-53…Triplone del Gallo (con instant reply…), che faceva saltare il sottoscritto dalla sedia, pugni al cielo a 4’20” dalla fine! Al rientro in campo però, la gioia tricolore lasciava spazio solo allo stupore ed all’amarezza. La Spagna, ed ancora di nuovo in un amen, piazzava un mortifero 6-0 con Llull ai liberi, Claver facile facile e Rubio in penetrazione mentre l’Italbasket, sempre con il solito tran tran offensivo lento ed inconcludente, finiva con piazzare la testa nelle fauci del coccodrillo giallorosso! Time-out di Meo ma al rientro in campo sia Capitan Datome prima ma specialmente dopo Marco Belinelli, generoso come sempre ma troppo, troppo evanescente, forzava in modo osceno, riuscendo anche a fallire una tripla piedi a terra (finalmente un tiro normale, senza tuffi o voli insomma…), anche perchè la difesa spagnola era lì, pronto ad attenderlo passo dopo passo: nessuna invenzione, nessuna variazione offensiva, niente di niente, totale asfissia offensiva nel momento cruciale del match. E quando Marc Gasol metteva dentro l’unica canasta di peso del suo match e dell’intera gara, sul 62-56 le campane del funerale suonavano solo per l’Italbasket finale quindi 67-60 per la Spagna.

Finiva con gli spagnoli in trionfo, arci-contenti di averla scampata bella aggrappandosi ad una sontuosa difesa e con gli occhi smarriti di Capitan Gigi Datome a prendersi colpe e responsabilità sulla morte per asfissia in campo della squadra, con Marco Belinelli che gli faceva eco addossandosi giustamente le colpe per gli ultimi, incredibili possessi mal gestiti. Due uomini veri, senza dubbio, ai quali questa Italbasket s’è aggrappata e che meritano rispetto ed onore. Purtroppo non risolve il problema che ci vede, ormai da più di 15 anni, sempre più nelle retrovie del basket internazionale (chiedo perdono, non so adesso se l’Italbasket terminerà al 9° od al 16° posto, sempre straordinaria la FIBA con i suoi regolamenti), a fronte anche di buonissimi giocatori come loro due e come un Danilo Gallinari che anche oggi ha fatto il suo ma che, come detto anche in presentazione, non può sempre fare tutto ed il contrario di tutto in attacco. Non solo, ma spesso ci si dimentica che avere un playmaker o una combo guard (chiamatela come vi pare), di qualità che cambi ritmo alla gara specie in queste manifestazioni aiuta parecchio se non giochi con un centro-totem e senza nulla togliere allo straordinario Paul Biligha di oggi. Ergo, ci si dimentica che non si può andare in paradiso solo con un migliorato Dani Hackett alla guida della squadra, bravo ma troppo lento nel suo ritmo. Serviva accellerare, servivano punti in contropiede “facili” oggi vs la Spagna e come spesso capita quando incontra squadre più forti, l’Italbasket è venuta ancora meno in questo dettaglio cadendo vittima dei suoi limiti, forse anche di più di quello che il cuore abbia mostrato.

Torniamo quindi a casa con 2 vittorie, vs Filippine ed Angola e cioè vs l’irrilevanza cestistica mondiale e 2 sconfitte nelle gare nelle quali contavano esperienza, qualità e senso del gioco, magari con qualcuno che sarà anche contento per il Preolimpico conquistato (la gara di domenica vs Porto Rico conta come il due di coppe quando regna bastoni!). Intanto questi tornei li vincono gli altri e noi restiamo a casa ad accapigliarci su chi dovesse essere convocato o meno a posto di quello scarso di turno (oggi, pochi dubbi su chi proprio non dovesse nemmeno essere preso in considerazione per questi Mondiali, vero?), tralasciando lo stato di profonda crisi in cui versano le squadre giovanili italiane, allenate sempre meno in modo professionale e con talenti come Matteo Spagnolo ed altri come lui a dover giocare all’Estero per proseguire nella loro crescita!

“Cosi è, se vi pare!” scriveva più di un secolo fa Luigi Pirandello e già tremo al pensiero di dover commentare il Preolimpico con questa squadra che, sistematicamente, nei momenti cruciali delle manifestazioni e delle gare amichevoli (come del resto osservato anche nelle marce di avvicinamento a questi Mondiali), sbanda sempre e puntualmente, sempre poi per colpa dello Spirito Santo tendenzialmente. Il tutto mentre da Via di Vitorchiano continueranno a ripeterci che il movimento è in salute grazie magari alle splendide (quelle sì!), e sconosciute imprese estive delle Azzurre U18F, U20F ed U16F e magari ricordandoci che i ragazzi ad Udine dell’U16M sono giunti terzi.

Vero ma intanto i tornei internazionali, quelli che contano, quelli dei senior, sono sempre appannaggio di altri e noi restiamo sconsolatamente da tanti anni a bocca asciutta…

Sala Stampa

Meo Sacchetti

“Questa sconfitta è dura da digerire perché ci avevamo creduto. Siamo partiti molto bene e quando la Spagna è tornata sotto abbiamo trovato le energie per rimetterci in corsa. Nel finale abbiamo fatto poco canestro. I ragazzi hanno fatto quasi tutto quello che potevano e di certo ora non è il momento di cercare imputati. Ha perso la squadra e il rammarico è grande. Quando i dettagli nel finale fanno la differenza i palloni pesano e non siamo stati bravi ad approfittare del vantaggio che avevamo accumulato. Ora vogliamo onorare il Mondiale e la Maglia giocando al meglio l’ultima partita contro il Portorico. Poi sarà il momento di fare tutte le valutazioni del caso senza dimenticare che torniamo in Italia avendo conquistato il pass per uno dei tornei pre olimpici. Ho molto rispetto per tutti i giocatori che fin qui hanno sudato e lavorato tanto”.

Gigi Datome

“Mi assumo le mie responsabilità. Abbiamo gettato al vento una stupenda occasione. L’inizio è stato buono ma poi, quando si è arrivati punto a punto nel finale non abbiamo capitalizzato il grande lavoro fatto in difesa e abbiamo realizzato pochi punti. Resta un rammarico enorme per come è finita”.

Giovanni Petrucci

“Bisogna essere realisti: la Spagna ha meritato e a loro vanno i complimenti. Detto ciò, questo risultato ci va stretto perché durante il match abbiamo pensato di potercela fare. Il compito di un dirigente è pensare al futuro. Ora vogliamo chiudere con onore il Mondiale e poi concentrarci sui prossimi due importanti eventi che ci attendono, ovvero il torneo pre olimpico dell’anno prossimo e l’organizzazione di un girone dell’EuroBasket 2021 a Milano. Spetta al Commissario Tecnico, poi, fare valutazioni sulla squadra. Ai ragazzi e allo staff non posso rimproverare nulla, ma anzi sottolinearne il grande impegno. Torniamo a casa avendo ottenuto il risultato minimo e consapevoli che avremmo potuto fare qualcosa in più. E’ tempo di tornare a rimboccarsi le maniche senza fare tragedie ma cogliendo l’occasione per lavorare ancor più duramente per le prossime stagioni”.

Certamente, Presidente Petrucci, nessuna tragedia. Come dopo Eurobasket 2013, Eurobasket 2015, il PreOlimpico toppato a Torino vs una delle Croazie più abbordabili di sempre ed infine Eurobasket 2017 ed oggi. In fin dei conti, l’importante è partecipare, vero? Vincere è sempre roba degli altri, in fin dei conti va bene così, vero? Non si preoccupi, nessuna tragedia, solo una grande voglia di vedere al suo posto gente diversa con idee diverse…

Spagna – Italia 67-60

Parziali: 18-18; 12-13; 20-17; 17-12

MVP: Juancho Hernangomez, che giocatore, fa tutto lui quando gli altri si tirano indietro. Applausi.

WVP: Luca Vitali a questi livelli può fare ben poco.

Fabrizio Noto/FRED

@FaberNoto

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