Turkish Airlines Euroleague #Round10 2021-22: che partita del Kazan! l’Olimpia Milano sotterrata in Russia

Prima partita della campagna di Russia per l’Olimpia Milano in quel di Kazan contro un Unics molto italiano con Spissu in campo e l’ex Coldebella dietro la scrivania.

Dopo la trionfale vittoria sul campo del Fenerbahce, nessuno si aspettava una debacle così rumorosa per la ex capolista solitaria. Ma d’altra parte l’Eurolega con questo format è così, con tante partite ravvicinate e viaggi anche lunghi come questo che levano energie ai giocatori.

E proprio l’energia messa sul parquet è stata la causa numero uno della sconfitta milanese, a mio modesto parere: i russi (oddio, russi…Kazan assomiglia più ad una selezione americana, tipo quella che nel lontano 1998 disputò i Mondiali composta da soli giocatori americani di stanza in Europa), ne avevano il doppio.

Il riassunto della situazione? Direi che un “già è una delle squadre più atletiche in Eurolega, se ti presenti senza nerbo ne prendi tante”, possa rendere l’idea. Solo nel primo quarto Milano si è difesa e sembrava che potesse rimanere quantomeno in partita, poi le percentuali da fuori, i rimbalzi in attacco concessi ma soprattutto il ritmo troppo alto graditissimo ai russi hanno fatto si che la squadra di Perasovic prendesse il largo.

Per l’Olimpia Milano battuta d’arresto che comunque ci sta, anche se troppo ampia nelle proporzioni. L’importante ora è reagire e tornare da San Pietroburgo con una vittoria per non mutare l’inerzia positiva di questo inizio di Eurolega. Non sarà facile, specie se i soliti noti non verranno aiutati da chi dovrebbe dare una mano dalla panca ed invece troppo spesso la mano la tengono in saccoccia.

Parlo ovviamente, e principalmente, del triumvirato Tarczewski, Grant e Daniels. Il loro rendimento è più importante di quanto si pensi, sia per dare fiato agli altri, sia per apportare varianti tattiche alla partita. Ma troppo spesso chi fa le pagelle deve affibbiare nei loro confronti voti che vanno dal 3 al 5. Serve un cambio di passo, altrimenti ad essere cambiati saranno loro.

Un piccolo appunto anche al coach: aveva capito fin dalla fine del primo quarto che oggi la squadra era scarica, ed ok: ma a parte due azioni di zona non ho visto tentativi di girare l’inerzia con mosse tattiche. Non è troppo nelle corde del prode Ettore usarle, ma io insisto e dico che un grande coach dovrebbe osare di più quando la situazione lo richiede, quando si è ai limiti della disperazione sportiva. Come oggi.

IL TABELLINO: UNICS KAZAN – OLIMPIA MILANO 97 – 71

DIAMO I NUMERI

5 – il numero di liberi tentati (e segnati) dall’Olimpia Milano in tutta la partita. Se consideriamo che fino al 34esimo si era fermi a quota zero, capiamo bene che in questo dato vi è parte della storia della partita ed è un campanello di allarme. Se la difesa avversaria blitza e leva la palla dalle mani dei vari Chacho, Hall e Shields gli altri sanno quasi solo tirare da fuori e mai andarsi a cercare falli. L’unico sarebbe Mitoglou, oggi però piuttosto incolore.

2 – i rimbalzi offensivi catturati dai milanesi. Questo è un dato che deve far riflettere perché Kazan non ha a roster né Shaquille, nè Moses Malone, né Shackleford tanto per citare nomi di grandi rimbalzisti. E non ha nemmeno il pivot che sposta: ma ha una squadra dinamica, atletica che quando ha voglia si butta su tutti i palloni e ne conquista parecchi. Ecco, forse a Milano un giocatore così manca, forse doveva essere il buon Kaleb ma sappiamo che per motivi vari non garantisce questo. Ecco che allora poteva venir buono Biligha, che tutti sanno non essere un fine dicitore ma che con la sua energia poteva dare qualche grattacapo in più ai lunghi Unics.

6 – i rimbalzi e gli assist di Marco Spissu (in aggiunta a 7 punti ed a tante belle difese), che ad agosto ha deciso di firmare per Kazan e non per Milano. Stante la sua voglia di giocare l’Eurolega ha fatto bene, avesse firmato per Milano questa partita l’avrebbe vista dalla tribuna. Invece con la sua prestazione ha dimostrato, ce ne fosse ancora bisogno,  che gli italiani basta farli giocare, altro che “non son da Eurolega…”. Chiedete a Messina se farebbe cambio con Grant…

7 – i tiri da due, senza errori, infilati da John Brown, che molti ricorderanno a Brindisi due anni fa. Giocatore ai limiti del clamoroso, dimostrazione che saper pescare bene è prerogativa di pochi. Ed anche una volta messosi in mostra non tutti si fidarono nel firmarlo, non si bene perché. Certo lui lo ha inchiostrato a Kazan a cifre mostruose per gli standard italici, ma se sta bene fa la differenza anche a certi livelli. Stasera lo si è visto.

26 – i minuti del Chacho e di Shields 3 giorni fa contro Reggio Emilia. Di più o uguali a quelli di stasera. E stessa situazione per Hines, Grant, Melli e Datome. Cosa voglio dire? Che io, per cercare di evitare partite del genere, cercherei di dare molti più minuti a chi poi in Eurolega non gioca o gioca pochissimo. Lo dicevo anche lo scorso anno, qualcuno mi criticò sostenendo che non sono 5 o 10 minuti a novembre a far la differenza…Salvo poi dire a maggio che giocando 90 partite ci si stanca più della Virtus…

42 – i punti della premiata ditta Mayo – Canaan, fino a pochissimi anni fa entrambi li facevano nella NBA, o quantomeno han provato a farli. OJ Mayo è stato scelto alla 3 in un draft, nei suoi primi due anni viaggiava a 18 di media ed anche nei suoi ultimi oltrepassava la doppia cifra. Canaan a sua volta ha provato a fare stagioni vicine ai 10 di media, dopo aver trentelleggiato al college. Perché dalla NBA si può pescare bene, e se Milano si è scottata con Mack e si sta scottando con Daniels non è detto vada sempre male. Anzi io inizierei a dare un occhiata anche alla GLeague, perché le settimane passano e con esse le partite e di segnali da Grant e Daniels se ne vedono pochini…..

SALA STAMPA

Ettore Messina

Complimenti all’Unics e a Coach Perasovic. Sono stati migliori di noi in ogni aspetto e non ci hanno lasciato alcuna chance praticamente fin dal primo minuto.

Tutti hanno ogni tanto hanno una gara orribile in una stagione così lunga e difficile. Questa volta è stato il nostro turno, ma non possiamo starci a pensare troppo, perché abbiamo un’altra partita in 48 ore e dobbiamo prepararci per quella. Anche quando abbiamo avuto un piccolo vantaggio all’inizio in realtà non avevamo chance.

Non abbiamo avuto abbastanza energia fin dal primo minuto, forse per le tante partite giocate, forse per il viaggio lungo o forse perché da troppo tempo siamo senza Malcolm Delaney e abbiamo dovuto chiedere troppo ai giocatori che l’hanno sostituito”.

Cristiano Garbin

@garbo75

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