Pordoi e Giau, 5700 metri di dislivello: il giorno più atteso del Giro
La giornata più dura del Giro: 5700 metri e un viaggio nella storia delle montagne rosa. È la tappa 16, Sacile-Cortina, 212 km. Ritrovo in piazza del Popolo alle 9.30, partenza alle 10.50. Si affronta la lunga salita della Crosetta (11,6 km), appena dopo il via, per attraversare l’Altopiano del Cansiglio. È impegnativa la discesa verso il lago di Santa Croce che precede una breve risalita sulle pendici del Nevegal per giungere a Belluno. Quindi la valle del Cordevole attraversando Agordo fino a Alleghe e Caprile, dove inizia il Passo Fedaia: si percorre la statale, non i Serrai di Sottoguda che sono stati colpiti duramente dalla tempesta Vaia del 2018. Il Fedaia-Marmolada è terribile, con quei 5 km da Malga Ciapela alla Capanna Bil con media dell’11,5% e punte del 18%. Poi discesa su Canazei ed ecco il Passo Pordoi, Cima Coppi del Giro a 2239 metri: 11,8 km al 6,8%. Picchiata su Arabba e si affronta il “vero” Giau: 9,9 km al 9,3% medio, con punte del 14% all’inizio. Ci sono 13 km di discesa velocissima, poi ai 1500 metri, superato il ponte sul Boite, la strada riprende a salire con pendenze dolci (5%). L’arrivo nel centro di Cortina, davanti al campanile, celebra l’Olimpiade invernale di Milano-Cortina 2026. Traguardo volante con abbuoni a Sottoguda (km 119): 3”, 2” e 1”. All’arrivo, abbuoni di 10”, 6” e 4”. Diretta RaiSport dalle 9.50 alle 14, poi su Rai2 dalle 14 all’arrivo. Diretta su Radio 1 Rai dalle 15 e poi dalle 16.30 all’arrivoAPPA 16