Mantova, una galleria d’abiti vintage per rituffarsi nel Novecento: «Amore nato nei mercatini»
MANTOVA. Una passione nata guardando i film interpretati da Audrey Hepburn e capolavori cinematografici quali “Via col vento” o “Scandalo al sole”. L’attenzione di Luca Guidi, restauratore di mobili antichi con laboratorio a Quistello, ricadeva sempre sugli stessi particolari ovvero gli abiti indossati dalle figure femminili che hanno dato vita a personaggi ancora oggi ricordati con affetto dal pubblico. Da qui l’idea di andare alla ricerca di abiti e accessori vintage da collezionare e abbinare ai mobili e pezzi di antiquariato che esponeva in occasione di fiere e mostre, ricreando così l’atmosfera tipica del periodo storico rappresentato.
«Ho iniziato a frequentare mercatini dall’età di diciannove anni – racconta Guidi – andavo alla ricerca di vestiti, borsette e accessori dall’Ottocento fino agli anni ’70-’80; col tempo ho conosciuto persone legate al mondo del vintage e ho iniziato a partecipare a sfilate in tutta Italia con gli abiti che collezionavo».
Sfilate ed eventi, ma non solo. La qualità e il cospicuo numero di capi abbinati con gusto hanno attirato l’attenzione di diversi autori televisivi. «Sono stato contattato molte volte per portare i miei abiti e accessori in programmi televisivi nazionali condotti da Mike Bongiorno, Giancarlo Magalli o Maurizio Costanzo. È stata una bella soddisfazione: ho potuto trasmettere il mio entusiasmo per questi capi da collezione e dar loro una nuova vita».
Ad oggi la collezione di Guidi conta 500 abiti del periodo che va dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta, mentre tutto ciò che risale al periodo ottocentesco è stato ceduto a un amico collezionista di Vicenza. Una decisione quasi obbligata, sia per motivi di spazio che di manutenzione dei capi. «A casa ho una stanza dedicata ai capi vintage ma per forza ho dovuto fare una scelta e concentrarmi su un periodo storico determinato, vista la grande quantità di capi collezionati in più di trent’anni. Inoltre ho deciso di donare tutti gli abiti da sposa al “Museo del Matrimonio” di Moglia, gestito da un mio amico, il fotografo Gianni Bellesia. Così possono essere esposti insieme ad altri accessori inerenti al mondo degli sposi».
Ogni abito collezionato da Guidi segue una procedura particolare prima di essere inserito nella sua personale collezione. «I capi vengono lavati, sterilizzati e appesi agli stendini, senza piegare nulla. Ogni tre o quattro mesi vengono rinfrescati con prodotti dedicati perché non si creino tarme o muffe». Una passione impegnativa, sia sotto l’aspetto pratico che economico. «Gli abiti del periodo ottocentesco avevano un costo elevato e una manutenzione minuziosa; i capi degli anni ’50 invece hanno costi variabili in base alla qualità e alla griffe. Le cifre possono oscillare tra i 50 e 300 euro. È una passione impegnativa che riesco a portare avanti grazie alla mia attività principale, quella di restauratore. Ogni volta che riuscivo a mettere da parte qualche soldo andavo ai mercatini per acquistare nuovi abiti o accessori».
Il primo vestito della collezione non si dimentica mai. «Era un abito da passeggio per il pomeriggio, dell’Ottocento, uno dei più belli che avevo tra la cinquantina di pezzi di quell’epoca. Adesso è a Vicenza insieme agli altri».
Tra le centocinquanta sfilate a cui ha partecipato, Guidi ricorda con emozione il periodo intenso di eventi a Lignano Sabbiadoro in cui ha avuto l’opportunità di conoscere Daniela, ex modella, ora fotografa, cugina di Donatella Rettore. Con lei ha instaurato un rapporto di amicizia ancora in essere, ma anche il défilé di Ferrara organizzato per beneficenza.
«In Emilia ho portato i miei abiti vintage in occasione di una sfilata, nata dall’idea di una suora per raccogliere fondi per l’Africa. È stata una serata emozionante, il pubblico ha partecipato con entusiasmo per una causa molto nobile. Ogni volta che si presenta la possibilità di organizzare eventi con un fine solidale sono disponibile a mettere a disposizione la mia collezione».