L'accusa delle Ong alla Libia: "Assassini arruolati da Italia"
"I libici hanno affondato la barca e lasciato morire una donna e il suo bambino. Sono assassini arruolati dall'Italia". È l'accusa choc che l'Ong spagnola Proactiva Open Arms - una delle due tornate nel Mediterraneo nonostante il pugno duro dell'Italia - lancia alla guardia costiera di Tripoli.E lo fa con un tweet di Oscar Camps, fondatore dell'organizzazione, che ha pubblicato un video in cui mostra il recupero di una donna (ancora viva dopo 48 ore in mare) e due corpi (un'altra donna e un bambino). "La Guardia costiera libica ha annunciato di aver intercettato un'imbarcazione con 158 persone a bordo e di aver fornito assistenza medica e umanitaria", denuncia Camps, "Quello che non ha detto è che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo e di aver affondato l'imbarcazione perché non volevano salire sulle motovedette libiche". Quindi, in un tweet successivo, Camps - che ha pubblicato sul suo account una foto che mostra del relitto e dei corpi della donna e del bambino - ha scritto ancora: "Quando siamo arrivati, abbiamo trovato una delle due donne ancora in vita, ma non abbiamo potuto fare niente per salvare l'altra donna e il bambino che potrebbero essere morti poche ora prima di trovarli. Quanto tempo dovremo lottare contro assassini arruolati dal governo italiano per uccidere?".