Multe irregolari comminate anche a San Ponso, dissequestrati i pc di tre indagati ma non dei vigili
SAN PONSO. Annullati dal tribunale del Riesame i sequestri probatori di pc e altri supporti informatici per gli amministratori di San Francesco al Campo e la ex segretaria comunale, finiti all’interno dell’inchiesta della pm Valentina Bossi per le multe irregolari comminate dai vigili, il cui ricorso, invece, è stato respinto.
Bisognerà attendere le motivazioni dei giudici per capire se si tratta solo di un vizio di forma, ma i difensori degli indagati avevano presentato istanza di dissequestro fondata principalmente su motivi sostanziali.
Al centro dell’indagine è finito un giro di multe che, secondo quanto ipotizzano gli inquirenti, che sarebbe stato gestito con modalità irregolari, per poi rientrare nelle casse comunali in modo opaco.
Multe che sono state comminate per una convenzione anche nei Comuni di San Ponso e Lombardore, ma sarebbe accaduto anche fuori territorio.
Il comunicato della procura lasciava intendere la portata dell’indagine: si parlava di «illecita irrogazione di sanzioni derivanti da presunte violazioni al Codice della strada e dell’utilizzo dei relativi proventi nei bilanci comunali, con ingiustificata allocazione e destinazione di parte dei fondi a favore del personale dei Comuni stessi».
L’annullamento del sequestro probatorio riguarda il sindaco di San Francesco al Campo, Enrico De Maria, difeso dagli avvocati Luigi Chiappero e Umberto Giacomelli, l’ex sindaco Diego Coriasco, rappresentata dal legale Alessandro Radicchi e l’ex segretaria comunale Maria Teresa Palazzo, che ha scelto l’avvocato Paolo Davico Bonino.
Confermato, invece, il sequestro di materiale informatico per gli agenti di polizia municipale coinvolti nella vicenda: il comandante Carlo Mura e gli agenti Laura Bigoni, Antonio Marinosci e Denis Quazzo.
Tutti restano comunque indagati in attesa delle motivazioni della sentenza, che chiariranno se si tratta di un annullamento per la sostanza del provvedimento, che sarebbe un colpo su una parte dell’indagine: quella che riguarda appunto gli amministratori comunali. La pm Bossi, comunque, potrebbe sempre scegliere di ricorrere in Cassazione contro la decisione.
I carabinieri avevano acquisito in Comune tutti gli atti necessari all’inchiesta: il resoconto dei soldi incassati dalle multe e le delibere che attestano il loro impiego. Nei Comuni vicini di San Ponso e Lombardore, invece, non sono mai risultati amministratori o dipendenti indagati.
