Da pastore a scultore, quella di Lorenzo Reina è stata una vita straordinaria. Io lo conoscevo bene
Con una morte improvvisa ci ha lasciati Lorenzo Reina. Aveva 65 anni. E’ stato trovato senza vita sabato mattina dal figlio Libero nella casa di campagna vicina al suo teatro.
Lorenzo, lo conoscevo bene. Con lui ho organizzato alcuni eventi nel suo teatro e istituito un premio ‘Ai talenti umbratili’. Un uomo straordinario, con una storia straordinaria che è stata raccontata tante volte e sempre con stupore. Da pastore a scultore e ritorno.
Ha disseminato nelle piazze dei comuni siciliani molte sue sculture e soprattutto ha popolato la sua campagna di statue gigantesche e in ultimo, ci stava ancora lavorando per gli ultimi particolari, il monumento alla ‘Grande madre’ in cui uno stretto corridoio introduce il visitatore in un ambiente dominato da una roccia attorno alla quale avviene la meditazione, scandita dal gocciolio di un’acqua lustrale. Ma l’opera per la quale è conosciuto, e che simboleggia sopra ogni cosa il suo genio artistico, è il teatro Andromeda costruito, pietra su pietra con le sue uniche forze nell’arco di un ventennio, in una spianata dove le sue pecore inspiegabilmente decidevano di fermarsi durante i periodici pascoli.
Questo teatro d’estate ospita eventi particolari di musica e di danza. Ma soprattutto è diventato meta di pellegrinaggio di decine di migliaia di giovani che arrivano per stare in silenzio alcuni minuti sulle sedute costituite da cubi di pietra, distribuite secondo il disegno delle stelle della costellazione Andromeda, per cercare pace, ispirazione e senso.
Incredulità e dolore hanno fatto seguito alla notizia della sua scomparsa. Godeva di ottima salute e sprizzava energia da ogni poro. Tutti a ricordare la sua parabola umana da ragazzo pastore a scultore affermato e poi ancora pastore per giuramento al padre sul letto di morte. Lorenzo ci ha insegnato che si può stare nella contemporaneità senza nascondere o tanto meno cristallizzare il proprio passato, le proprie radici. E che anzi solo dal loro sviluppo e dal loro inveramento è possibile un futuro non subalterno alle logiche del dominio sugli uomini e di distruzione della natura.
Vittorio Sgarbi che lo conosceva bene e che era venuto diverse volte a Santo Stefano Quisquina a visitare il suo teatro ha scritto: “Lorenzo Reina era una intelligenza vivida e fervida. Ci eravamo incontrati l’ultima volta nell’agosto del 2023, proprio tra le pietre del Teatro Andromeda, e mi aveva raccontato, con quell’entusiasmo coinvolgente che lo caratterizzava, nuovi progetti, nuove sfide. Reina ha compreso, prima di molti altri, il valore del Paesaggio. E ha saputo unire la poesia con la terra. La sua terra, la Sicilia”.
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