Marzia, il mondo dei social nelle sue mani: «Arma formidabile in tempi di pandemia»
Cortina 2021. Del Favero, cortinese, avrà il delicato compito di veicolare l’evento attraverso il sito e un’app che vanno già fortissimi. Superato il totale di fans raggiunto da are 2019 a fine gare
CORTINA. Da due anni a questa parte crescono costantemente del 10 o 15% a settimana i fans di Cortina 2021 sui social. Ai Mondiali di Are 2019, Cortina 2021 aveva già lo tesso seguito digital degli svedesi durante la loro rassegna iridata. Ora che mancano poco più di 30 giorni ai Mondiali di Cortina, i numeri sono triplicati. Responsabile digital e social della Fondazione è Marzia Del Favero: 34 anni, cortinese, laureata in filosofia, ha iniziato a collaborare con la Fondazione durante la Coppa del mondo femminile del 2018 e, da settembre dello stesso anno, è stata assunta per occuparsi di raccontare l’evento iridato sui social.
In questo anno caratterizzato dalla pandemia diventa ovviamente ancora più fondamentale l’utilizzo dei social e del digitale per raccontare i Mondiali...
«Sicuramente in questo particolare periodo storico l’utilizzo degli strumenti digitali diventa importantissimo: sia prima e sia durante l’evento. Il Covid ci ha costretti a reinventarci. Ad esempio, lo scorso anno l’annullamento delle finali di Coppa ci ha tolto molti contenuti e abbiamo trovato modalità alternative per stare vicini alla comunità di Cortina 2021: abbiamo illuminato l’Olympia e le immagini sono state condivise da migliaia di utenti. Adesso continuiamo a raccontare Cortina e l’organizzazione dei Mondiali in un percorso che abbiamo avviato da anni. Poi, durante i 14 giorni di gare, potremo fare sentire parte dell’evento anche i tanti fans che non potranno essere presenti per le norme anti contagio».
Quale caratteristica ha il follower di Cortina 2021?
«Abbiamo diverse tipologie di persone che ci seguono, a seconda anche dei social che usiamo. Su Facebook abbiamo più di 20 mila fans attivi, e sono persone di ogni età. Su Instagram abbiamo 27 mila seguaci, molti dei quali giovani, e sono coinvolti attivamente anche gli atleti. Noi scriviamo i testi, scegliamo le immagini; e poi gli atleti, non solo italiani, condividono, commentato, interagiscono con noi e con i fans. Si creano così un racconto dinamico e un legame profondo tra sport, sportivi e la nostra località. Su Linkedin poi abbiamo una continua comunicazione soprattutto con gli sponsor, con i partner, con aziende interessate al nostro lavoro. Raccontiamo e condividiamo nostri valori, la responsabilità ambientale, l’innovazione, lo sguardo sempre rivolto al futuro a e ai giovani».
Un seguito che è in costante crescita?
«Sì, continuiamo a crescere e siamo molto soddisfatti. Due anni fa, ai Mondiali di Are, avevamo già gli stessi numeri loro a livello social. Oggi li abbiamo di gran lunga superati e aumentano ancora. Non è una cosa scontata, perché lo sci alpino è comunque uno sport di nicchia in Italia: non è il calcio, per dirla in una parola, e quindi la soddisfazione è davvero tanta».
Promuovete solo i Mondiali oppure anche Cortina come location?
«Entrambi. Abbiamo voluto raccontare la strada verso i Mondiali con tappe fisse fatte di creatività e gioia. Ad esempio con il nostro campione Kristian Ghedina, che è testimonial dei Mondiali, abbiamo realizzato dei video su tutte le 13 piste nere di Cortina che sono diventati subito virali. Con il Ghedo abbiamo mostrato i tracciati più difficili, la bellezza dello sciare a Cortina e la passione del paese per questo sport».
La App e il sito internet vengono utilizzati?
«Sì molto. La App ha ottimi numeri e tante informazioni. E il sito è molto visitato, sia in lingua italiana e sia in inglese. Le pagine più viste sono quelle inerenti le informazioni generali sull’evento e le piste da gara».
Manca poco ai Mondiali: come è il clima in Fondazione?
«Bello, dinamico. Stiamo portando avanti tanti lavori e chiudendo molti progetti. A livello di comunicazione abbiamo aumentato i contenuti, anche in vista delle gare, proprio per rendere partecipi più persone possibile in ogni angolo del mondo. Vogliamo che sia un grande Mondiale per tutti e lavoriamo sodo per riuscire ad organizzare nel miglior modo possibile l’evento, nonostante la pandemia che mette i bastoni tra le ruote». —
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