Appello a Trieste, oltre 35 mila voci per la scienza
Artigiani, intellettuali, artisti e pensionati tra i firmatari della petizione popolare. «Non siamo contro qualcuno. Il nostro è un invito alla ragione e alla generosità»
TRIESTE. Vola oltre le 30 mila firme l’appello lanciato dagli avvocati Mitja Gialuz e Tiziana Benussi alla Trieste che si riconosce nella scienza e non nel movimento no vax e no Green pass. Lunedì 1 novembre, secondo giorno di campagna, la petizione online su Change.org ha infatti raccolto migliaia di adesioni, cui vanno aggiunte circa duemila firme pervenute via mail, raggiungendo in serata quota 33 mila.
«Ci teniamo a ribadire che non è un’iniziativa contro qualcuno, perché tutti sono liberi di manifestare il proprio pensiero nel rispetto delle regole - sottolinea Gialuz -. Il nostro è un invito alla ragione, alla responsabilità e alla generosità: nessuno di noi credo sia andato a immunizzarsi come fosse un gioco, ma lo abbiamo fatto per proteggere noi stessi e gli altri, per permettere a tutti di andare avanti con la propria vita, e questo credo sia anche un atto di generosità verso la collettività. Si tratta quindi di un appello che vuole correggere l’immagine distorta data di Trieste come capitale del dissenso, quando ben sappiamo che è un luogo a forte vocazione scientifica, e - continua - vogliamo ricordare che bisogna fidarsi di chi da decenni si occupa di scienza ben più che dei social».
Tanti i nomi noti a livello locale e nazionale che hanno aderito alla campagna anche questo lunedì, in una giornata che si è aperta con la firma dell’appello da parte del presidente della Regione Fedriga, in occasione della conferenza stampa convocata per annunciare la stretta alle manifestazioni dopo l’impennata dei contagi. Gialuz e Benussi si sono presentati in Regione con l’appello, che è stato sottoscritto non solo dal governatore, ma anche dal sindaco Dipiazza e dall’assessore alla Salute Riccardo Riccardi. Per citare altri nomi noti che hanno deciso di aderire all’iniziativa, lo scrittore Paolo Rumiz e il costituzionalista Sergio Bartole, il velista Vasco Vascotto e l’imprenditrice Anna Illy, la presidente della Contrada Livia Amabilino e il presidente della Comunità ebraica di Trieste Alessandro Salonicchio, sindacalisti e politici come Debora Serracchiani il ministro Patuanelli, Gianni Cuperlo e Tiziana Gibielli.
«È davvero ora di dire basta - commenta l’avvocato Gianfranco Carbone, uno dei primi a sottoscrivere la petizione -. Nei cortei di questi giorni non si contesta in modo ragionevole il Green pass nella sua gestione, ma si condividono ipotesi sconvolgenti e fuori dalla realtà sui vaccini. Abbiamo visto confluire anime molto diverse nelle piazze, alcune delle quali violente e arroganti. Basta».
Questi sono solo i volti più visibili della “ribellione” ai ribelli. Poi ci sono migliaia di persone comuni, di qualsiasi età ed estrazione, dagli artigiani ai ristoratori, dagli studenti ai professori, dai medici agli artisti, dai pensionati ai commercianti. Tra questi compaiono anche diversi gruppi di cittadini che già da giorni lanciano appelli e raccolgono firme online a favore dei vaccini e del Green pass. Come Gianluca Pischianz, artigiano triestino, che fa parte del gruppo Progreenpass su Facebook, che ha raccolto oltre 5 mila iscritti.
«Abbiamo firmato certamente anche l’appello su Change.org - spiega - e stiamo cercando di diffondere anche un’altra iniziativa nata nel gruppo: portare un fiocco verde, addosso oppure legandolo al portone di casa o al balcone, nel proprio bar o negozio. È un’idea nata in modo spontaneo nel gruppo, perché ci chiedevamo come potessimo farci sentire senza organizzare cortei che in questo momento sarebbero dannosi e irresponsabili. Quindi invitiamo tutti coloro che vogliano aderire a mettere un fiocco verde da qualche parte come gesto simbolico, anche sui propri profili social. Non siamo più disposti a stare zitti davanti a una minoranza che mette a rischio la salute degli altri ignorando la verità, la scienza, i malati».
Anche Valentina D’Odorico, astrofisica, ha lanciato una sua personale iniziativa, una lettera, che poi ha inviato anche al Piccolo, dal titolo esplicito: “Chi salvaguarda libertà e salute della maggioranza silenziosa?”. «Ho scritto una lettera e l’ho inviata ai miei contatti, amici, colleghi, vicini di casa - spiega - chiedendo di sottoscriverla se d’accordo. Hanno aderito in tanti, condividendo il mio pensiero. Trieste non è solo piazza Unità e tutti hanno il diritto di vivere la propria vita tranquillamente e fruire degli spazi pubblici, senza rischiare la propria salute e incolumità. Chi pagherà per i nostri diritti calpestati?».
Alla petizione si può aderire su change.org all'indirizzo https://chng.it/vSJnhdzP4J o scrivendo una mail ad appelloatrieste@gmail.com.—