Ogni anno 200 bambini con disabilità nelle materne, in aumento i casi di autismo
L’analisi della presidente della Fondazione di Pordenone, Cinzia Raffin: i professori vanno incentivati e premiati
UDINE. «I disturbi del neurosviluppo, quelli che fanno parte della grande famiglia dell’autismo, stanno crescendo in maniera impressionante».
La presidente della Fondazione bambini e autismo di Pordenone, Cinzia Raffin, conferma l’aumento dei disturbi legati all’autismo. Lo fa citando un dato per tutti: «Nel 2004 l’incidenza era pari a un caso ogni 160 abitanti, nel 2018 eravamo a uno ogni 54 nati vivi».
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Le statistiche nazionali trovano riscontro anche in Friuli Venezia Giulia, dove il numero degli alunni con disabilità certificate (non solo autismo), mediamente, aumenta di circa 200 unità all’anno. Se nell’anno scolastico 2008/09 erano 2.541 oggi se ne contano 4.631. «Trattandosi di disturbi neuroevolutivi sono cronici, dall’autismo non si guarisce, bisognerebbe che tutti il sistema sanitario, sociale e scolastico si attrezzassero per affrontare la cronicità pesante e invalidante dell’autismo».
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La presidente della Fondazione sollecita un cambio di cultura su questi temi. È convinta che un cambio di cultura porterebbe a scoprire ancora prima i sintomi dell’autismo: «Non possiamo accorgerci quando il bambino ha quattro anni e arriva alla scuola materna, in quel momento tamponiamo la situazione e il bisogno per quattro, cinque anni» continua Raffin lasciando intendere che dopo l’età scolare le risposte risultano ancora più inadeguate. «Le cronicità vanno affrontate per tempo, troppo spesso le famiglie vengono lasciate sole anche dai parenti» aggiunge Raffin non senza spiegare che «se i sintomi vengono diagnosticati presti, i bambini autistici possono essere sottoposti a trattamenti riabilitativi adeguati e ottenere progressi ragionevoli».
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La presidente cita altri numeri: «Su 100 autistici almeno 30, se seguiti bene, possono vivere una vita autonoma, altri 40 possono avere bisogni assistenziali medi, mentre gli altri 30 sono gravi». Gli insegnanti di sostegno devono prepararsi a tutto questo, non a caso anche la presidente della Fondazione bambini autistici ritiene indispensabile l’organizzazione di specifici corsi di formazione: «Noi – sottolinea Raffin – come Fondazione saremmo disponibili a organizzare attività di formazione molto pratica». Invece le famiglie devono fare i conti anche con la carenza di logopedisti e neuropsichiatri infantili.
Tra i disturbi più comuni vengono evidenziati la difficoltà di comunicazione e di relazione: «I bambini autistici non riescono a intuire il nostro mondo e vivono nel loro» fa notare Raffin invitandoci a riflettere sulla percezione dei rumori perché i bambini autistici recepiscono i rumori come se tutti fossero significativi e, in questo caos, non riescono a ritrovarsi. Dopodiché la presidenze si sofferma sui comportamenti atipici degli autistici. «Hanno una sensorialità alterata, possono sentire di più e in modo diverso, vedere dettagli che noi non vediamo, sentire odori inesistenti».
La presidente elenca i disturbi del comportamento per spiegare che, molto spesso, questi stessi disturbi si accompagnano a stati d’ansia e depressione. Si tratta senza dubbio di studenti complessi nei confronti dei quali gli insegnanti devono avere diverse chiavi di lettura: «Ci vuole una metodologia per capire l’esigenza del bambino e portarlo a generare una risposta». Detto tutto ciò anche Raffin ritiene che gli insegnanti di sostegno dovrebbero essere incentivati e premiati.