L’orso che vagava da solo a Gorizia torna a vivere al Bioparco di Roma
GORIZIA. Dai boschi della valle del Vipacco a quell’alberello di via Giustiniani, fino alla “città eterna”, Roma. Quanta strada ha percorso l’orsetto che poco più di un anno fa entrò nel cuore di tutti i goriziani, che si appassionarono alla sua storia dopo il ritrovamento avvenuto in una notte di novembre, ai piedi del colle del Castello.
Oggi l’animale di circa due anni, ha trovato una casa probabilmente definitiva, nel grande Bioparco di Roma, e pure un nome, Kuma, quello che i guardiani del parco hanno scelto per lui. Ma come è arrivato l’orsetto nella capitale? A portarcelo non soltanto il destino, ma anche precise valutazioni cliniche. Dopo il suo recupero a Gorizia, quando l’allora cucciolo vagava da chissà quanto da solo, avendo perso le tracce della madre in territorio sloveno, si pensò che un periodo di cure e di riposo per riprendere peso ed energie sarebbe bastato a renderlo nuovamente adatto al reinserimento in natura. Così, purtroppo, non è stato, e quasi certamente non sarà.
Le visite, le analisi e gli approfondimenti clinici ai quali l’animale è stato sottoposto dopo essere stato preso in cura dagli esperti del Corpo forestale regionale hanno evidenziato che, a dispetto delle apparenze, l’orso soffre di una patologia importante, un’insufficienza renale che lo renderebbe inadatto a vivere in piena autonomia, allo stato selvaggio.
Di fronte alla consapevolezza che non c’era alternativa a una vita in “cattività”, ma anche alla mancanza in regione di una struttura adeguata per ospitarlo, è stato quindi contattato il Bioparco di Roma, il giardino zoologico più antico d’Italia. Dove l’orsetto, che nel frattempo è stato ribattezzato Kuma, si trova dal giugno scorso.
«Ed è stata una fortuna riuscire ad accoglierlo, perché non sempre abbiamo la possibilità di trovare spazi liberi adatti a situazioni di questo tipo – racconta il dottor Yitzhak Yadid, responsabile zoologico del Bioparco di Roma –. Ma è andata bene». Kuma ci ha messo un bel po’ di tempo ad abituarsi alla nuova realtà, ai guardiani, alla loro voce, all’alimentazione, anche perché ovviamente nel periodo precedente, con la speranza di poterlo reimmettere in natura, erano stati limitati al minimo i contatti con gli esseri umani. Così i primi giorni romani lo hanno visto impaurito e aggressivo: per difendersi tentava di attaccare chiunque si trovasse nei suoi paraggi. «Dopo circa due settimane invece Kuma ha iniziato a scoprire il recinto esterno, pur guardingo, e adesso è sempre più tranquillo, esce dal suo riparo, si arrampica sugli alberi, gioca, fa il bagno nella grande vasca che è a sua disposizione – spiega ancora Yadid –. È cresciuto e al momento sta bene, pesa circa 60 chili, tanto che a vederlo non sembrerebbe soffrire della patologia che lo affligge. Purtroppo però questo tipo di problemi tendenzialmente è destinato a restare e magari ad aggravarsi, ed è per questo che Kuma dovrà rimanere nel bioparco, presumibilmente finché vivrà».
In ogni caso, a giudicare dalle immagini e dai video che lo ritraggono mentre corre o sguazza nell’acqua, l’orsetto non sembra avere troppa nostalgia dei boschi del Vipacco. Su di lui si soffermano gli occhi ammirati di grandi e piccini, visitatori del bioparco che possono scoprire oltre a Kuma anche i quasi 1200 altri animali ospitati nell’enorme giardino zoologico a due passi da Villa Borghese. Un luogo così diverso da quello che lo ha visto nascere e pure da quella Gorizia che però è entrata nel suo destino. Fosse restato nei boschi, senza avventurarsi in città, non sarebbe mai stato notato e recuperato, e difficilmente avrebbe superato i rigori dell’inverno. Ora ha una nuova vita e persone che si prendono cura di lui, ma è bello pensare che Kuma resterà sempre, in fondo, pure l’orsetto di via Giustiniani a pochi passi da galleria Bombi a Gorizia.