Inciampa nella buca a Vigevano e si rompe il polso: negato il risarcimento: «Doveva stare attenta»
foto da Quotidiani locali
Maria Fiore / VIGEVANO
Si era fratturata il polso inciampando in un avvallamento della strada, accanto a un tombino. Una donna di 67 anni ha fatto causa al Comune di Vigevano, chiedendo danni per oltre 40mila euro. Ma la giudice del tribunale di Pavia Simona Caterbi le ha dato torto, perché quella buca, secondo il ragionamento illustrato nella sentenza, era visibile. Nessuna «insidia», quindi: la donna avrebbe potuto evitare di farsi male se solo fosse stata «meno negligente», secondo la giudice. Non solo quindi si è vista negare il risarcimento dei danni, ma dovrà anche pagare 5mila euro di spese legali al Comune di Vigevano, che era rappresentato dall’avvocato Maurizio Chiesa. Una sentenza che sembra confermare un cambio di orientamento degli ultimi anni sui risarcimenti per danni causati dalle condizioni delle strade.
l’incidente
In linea generale la giurisprudenza attribuisce alle amministrazioni un obbligo di vigilanza e manutenzione delle strade. Ma all’interno di questo orientamento ci sono dei motivi che possono indurre il giudice a non concedere il risarcimento a chi riporta danni a causa della cattiva manutenzione delle strade. Il presupposto per il risarcimento, di norma, è che la buca costituisca davvero un’insidia, una trappola per il pedone che non può evitarla. Molto dipende anche dalle condizioni esterne, come la presenza di luce o buio, e le testimonianze di chi assiste al fatto. Nel caso specifico l’incidente, che risale al 14 aprile del 2018, era avvenuto di giorno, mentre la donna percorreva, in compagnia del marito, via Farini. La caduta al suolo si era verificata in corrispondenza di un dislivello del manto stradale, tra il marciapiede e un tombino.
La donna era finita in ospedale, con una prognosi alta a causa della frattura del polso, che aveva richiesto un lungo periodo di riabilitazione.
La giudice, nel prendere una decisione sulla richiesta di risarcimento, ha messo in fila alcune circostanze: l’incidente era avvenuto in pieno giorno e una giornata di sole e inoltre in precedenza, come dichiarato da un testimone, non erano mai cadute altre persone, né era mai stata segnalata la presenza dell’avvallamento, che quindi non era stato ritenuto pericoloso. Per la giudice quindi «la caduta è imputabile» alla 67enne, che «ha tenuto una condotta negligente per non aver verificato la presenza dell’avvallamento sulla strada».