Paolo Marangon morto per la caduta, André Morana resta libero
L’autopsia eseguita dal medico legale Guido Viel ha confermato le ipotesi della prima ora: Paolo Marangon è stato ucciso dalla frattura cerebrale, che si è provocato dopo essere caduto rovinosamente a terra, dopo aver ricevuto da André Morana uno schiaffo in pieno viso. Una sberla forte abbastanza da provocare anche un taglio al labbro del 67enne, morto dopo due giorni di coma.
Omicidio preterintenzionale
Resta così confermata – nei confronti del giovane pregiudicato chioggiotto – l’accusa di omicidio preterintenzionale: per la Procura, ha reagito con una sberla al colpo involontario ricevuto da Marangon, quando si sono incrociati all’ingresso del condominio di via dell’Alga 16.
L’amica della vittima ha detto che è trattato di una spallata del tutto casuale, un colpo al braccio nell’incrociarsi in androne, al quale Morana – conosciuto nel condominio per i suoi precedenti – aveva reagito con una vera e propria aggressione.
L’indagato, difeso dall’avvocato Mauro Serpico, ha replicato dicendo di aver seguito l’uomo solo per pretendere le scuse, per quel colpo che secondo lui era stato volontario, di averlo colpito solo con uno schiaffo e che mai avrebbe pensato a un simile epilogo, tanto da aver chiamato subito i carabinieri. Lei dice che il giovane aveva continuato ad inveire. Lui di aver allertato l’ambulanza.
La versione del fratello della vittima
Il giorno del conferimento dell’autopsia, nello studio del pubblico ministero Giovanni Zorzi, si è presentato anche il fratello di Paolo Marangon, spiegando di aver sentito testimonianze che il fratello fosse stato colpito più volte.
L’autopsia non ha rilevato ecchimosi o altre lesioni che facciano ipotizzare una sorta di pestaggio: l’uomo si stava allontanando dal palazzo, è stato seguito da Morana che pretendeva le scuse, si è girato ed è stato colpito da una sberla in piena faccia, ha perso l’equilibrio – forse non aspettandosi la reazione del giovane – cadendo a terra e sbattendo la testa.
Morana non aveva intenzione di uccidere
L’inchiesta prosegue, quindi, secondo i binari dell’omicidio preterintenzionale – Morana ha messo in atto un comportamento potenzialmente letale, ma non aveva intenzione di uccidere – e la Procura dovrà valutare se contestare eventuali aggravanti, come quella dei futili motivi.
Al momento, non sono state chieste misure cautelari al giudice per le indagini preliminari e il giovane indagato – che si è messo a disposizione dei carabinieri e non ha tentato di sottrarsi alle proprie responsabilità, pur dando una sua versione dei fatti – attende libero lo svolgersi delle indagini a suo carico.
Il pm ha, intanto firmato il nullaosta per i funerali di Paolo Marangon.