Veneto orientale, sanità sotto accusa. «Potenziare gli ospedali, il polo unico è solo propaganda»
foto da Quotidiani locali
«Salviamo tutti gli ospedali del Veneto orientale». Si alza un coro di amministratori e politici a difesa dei tre ospedali e anche della casa di cura Rizzola. Intonano tutti le stessa melodia appassionata: dall’ex sindaco, oggi assessore a Venezia, Francesca Zaccariotto, al Pd e i comitati.
La discussione sul futuro della sanità si è nuovamente accesa sul tema dei servizi sanitari e della possibilità di migliorarli.
Paziente per un giorno
«Ho atteso l’esito di alcuni esami per 40 minuti all’ospedale di San Donà e solo per ritirarlo, mentre altri anche più di un’ora», ricorda Zaccariotto, «mentre ho saputo che per l’esame del sangue gli utenti hanno atteso anche oltre un’ora. Per un’ecodoppler, prima mi sono sottoposta all’esame e poi, il giorno dopo, a una seconda visita».
«Il personale dell’ospedale di San Donà si lamenta per la pressione e il servizio a rilento. Ci sono problemi seri e invito i dirigenti a fare un giro per rendersene conto. Ricordo il compianto Ennio Mazzon che girava corsie e reparti a raccogliere lamentele».
«Nuovo ospedale? Non funziona»
«Non credo che un nuovo ospedale possa essere la soluzione, il dibattito è spento ormai», conclude, «Servono più tecnologia all’avanguardia, coordinamento tra reparti, assunzione di personale qualificato e nella giusta e necessaria quantità».
«La casa di cura Rizzola è una risorsa di cui non possiamo fare a meno. L’ospedale di Mestre ha creato attorno il vuoto, non commettiamo altri errori».
Il Pd: «La destra fa solo propaganda»
Il segretario del Partito Democratico del Veneto Orientale Enrico Franchin si schiera contro l’unificazione degli ospedali di San Donà e Jesolo, magari in zone periferiche, e anche contro la chiusura di strutture come la Casa di cura che si tradurrebbe in minor offerta dei servizi sanitari e una ricaduta sociale per i lavoratori.
«Sta alla Regione gestire al meglio la situazione evitando la chiusura di reparti come potrebbe succedere a Portogruaro con la Psichiatria. Accentrare in poche strutture i servizi ospedalieri vuol dire tagliare i servizi in una logica centralistica».
«Chiediamo un tavolo con la Regione e i sindaci del Veneto Orientale in cui si parli del potenziamento delle strutture esistenti. Basti pensare al pronto soccorso, le liste d’attesa interminabili, i costi delle visite specialistiche e riabilitative e la carenza di medici di base e pediatri. Il dibattito sulle strutture ospedaliere sposta l’attenzione dai reali problemi, è solo propaganda».
I comitati: «I sindaci si sveglino»
Il comitato per la difesa della sanità pubblica nell’Usl 4 rifugge ogni propaganda politica. «L’ospedale di Portogruaro fa da freno alle fughe verso il Friuli. L’Usl 4 spende circa 32 milioni di euro per prestazioni intraregione, soprattutto verso l’ospedale hub di Mestre, circa 17 milioni in Friuli».
«Si invita la Conferenza dei sindaci a fare progettazione sanitaria non soltanto per il numero degli ospedali. Le schede ospedaliere assegnano alle strutture pubbliche e private 637 posti letto, di cui 240 a San Donà, 224 a Portogruaro, 70 a Jesolo e 103 alla Rizzola. Tale assegnazione penalizza l’Usl 4. Di qui lunghe prenotazioni per ricoveri programmati o l’uso improprio dei cosiddetti letti di appoggio».