A Monfalcone la festa per gli 80 anni di attività del banco dell’ortofrutta di Albano ed Èlia

MONFALCONE Ottant’anni di storia incorniciati nel viso sorridente e sereno di una giovane donna. Chissà che cosa avrebbe combinato Albano Corbatto per il compleanno del suo banco di frutta e verdura al mercato coperto. Avrebbe abbracciato e sollevato in trionfo la nipote Chiara al suono delle note della banda diretta dall’amico Piero Poclen. E la moglie Èlia non sarebbe stata da meno improvvisando qualche scherzo con il figlio Roberto e la nuora Rita. Un sogno ad occhi aperti per celebrare un anniversario da record: gli 80 anni di un’attività commerciale.

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Il banco al mercato che fu di Albano, al Figaret, e di Èlia dal 1946 al 1991 e prima ancora dei genitori di Albano, Giovanni e Maria dal 1942. Gli ultimi trent’anni dietro al banco gli immancabili Roberto e Rita e da un paio d’anni la figlia Chiara: quattro generazioni.

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Quel banco, oggi l’unico superstite del mercato comunale (a parte la privata), non è stato solo un punto vendita ma molto di più. «Era un ritrovo - ricorda Roberto - . L’acquisto di frutta e verdura era l’occasione per creare una piccola comunità, chiacchiere, confidenze, scherzi. Un mondo che non c’è più».

«Anche per la storia che il banco rappresenta - spiega Chiara - due anni fa, in piena pandemia, ho deciso di lasciare il lavoro e dedicarmi totalmente a questa attività. Sono orgogliosa della scelta e mi sento addosso tutta la responsabilità di portare aventi quanto costruito dai miei genitori, dai miei nonni e dai bisnonni». Gli anni Quaranta sono anni difficili, si riveleranno tragici. Albano Corbatto va giovanissimo a lavorare in cantiere. Nei sommergibili. Due anni da militare nella Marina di guerra e il ritorno a casa con la speranza di rientrare in cantiere. Ma non ha la tessera giusta e allora per lui le porte di Panzano non si aprono.

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Albano non è solo. A Forte dei Marmi ha conosciuto Èlia, si innamora, va dai futuri suoceri a dire che lui ha intenzioni serie. La loro unione resisterà oltre sessant’anni, fino al luglio 2010 quando muore Albano, seguito un anno dopo dalla sua Èlia.

Ecco allora che il banco acquistato nel 1942 diventa una valida alternativa al lavoro in cantiere. Albano e la moglie ci mettono il cuore, la simpatia, il sacrificio. Comprare la verdura da Albano era una tradizione per i monfalconesi. Il mercato era un caleidoscopio di personaggi straordinari, felliniani. Come la “Catina del pesse” o l’Arcadio Benes della macelleria. E poi Albano lì riceveva giacché al Figaret era un inesauribile organizzatore di veglioni, carnevali, feste. Piero Poclen, il vigile urbano e direttore della banda, non mancava mai. Quante baldorie nel vecchio mercato, rifatto nel 1998 e oggi già piuttosto malconcio. Soprattutto, desolatamente vuoto.

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«Ci piacerebbe che le persone - pensano Roberto, Rita e Chiara - riflettessero sul fatto che solo nei piccoli negozi si trova quel senso di comunità senza il quale una città muore».

Chiara ci crede e si è buttata anima e corpo nella nuova avventura. Arrivare al secolo dei banco di Albano sarebbe una soddisfazione enorme. L’altro giorno c’è stata la festa spontanea per gli ottant’anni. Molti componenti della banda si sono ritrovati a intonare brani che appartengono alla colonna sonora cittadina. Sembrava di essere tornati ai vecchi tempi in un mercato illuminato da sorrisi sinceri e occhi luccicanti.

Radiosa Chiara, vestito elegante, altro che le “traverse” di nonna Èlia. Mamma Rita e papà Roberto le stanno vicino, ma non troppo. Ne hanno fatto di strada anche loro. Chiara ha cambiato il nome al banco: ora si chiama Fashion fruit. Chissà cosa avrebbe commentato al Figaret. Ma sotto sotto sarebbe stato felice e sicuro ci sarebbe scappato un bacetto alla sua Èlia.