Operaio schiacciato dal carico della gru, chiesta una nuova perizia
Il giudice delle udienze preliminari Cristian Vettoruzzo ha ammesso la Cgil, Cisl e l’Anmil tra le parti civili escludendo soltanto l’associazione Chico Mendez di Bologna, nel cui statuto non si fa espresso riferimento alla tutela della salute degli operai e della sicurezza nei posti di lavoro. E’ questa una delle novità emerse, stamane, in tribunale a Treviso, dall’udienza preliminare che vede sei imputati accusati, a vario titolo, di omicidio colposo per la morte di Mattia Battistetti, l’operaio della Altedil di Trevignano che, la mattina del 29 aprile 2021, fu travolto e ucciso da un bancale di impalcature del peso di 15 quintali, staccatosi da una gru, in un cantiere edile di via Magellano a Montebelluna.
Nel frattempo, i legali degli imputati, per voce dell’avvocato Piero Barolo, hanno ribadito “l’indispensabilità di disporre una nuova perizia perché – testuali parole – quella agli atti è inaccettabile”, facendo riferimento alla consulenza della procura. Su questa richiesta il giudice Vettoruzzo si esprimerà nel corso della prossima udienza, fissata per il 3 maggio prossimo. Soddisfazione, da parte della famiglia Battistetti, per l’ammissione tra le parti civili anche dei sindacati e dell’Anmil. Ma al termine dell’udienza ci sono state scintille con un legale, per una frase che sarebbe stata detta da un familiare della vittima. «E’ andata bene perché siamo riusciti a portare a casa qualcosa per il nostro figlio che è morto sul lavoro», hanno urlato disperate la mamma e la sorella di Mattia nell’atrio fuori dall’Aula I, dove s’è tenuta l’udienza. «Mattia è morto per la negligenza di qualcuno. Mattia è stato ucciso».
I sei imputati, per i quali il pubblico ministero Giovanni Valmassoi chiede il processo sono Andrea Gasparetto, 44 anni di Istrana, legale rappresentante della Altedil, l’azienda di cui Battistetti era dipendente, Bruno Salvadori, 57 anni di Mogliano, legale rappresentante della Essebi, l’azienda che montò la gru a torre dalla quale si staccò il carico che schiacciò Battistetti, Loris Durante, 44 anni di Volpago, operaio della ditta Costruzioni Bordignon srl e addetto all’uso della gru di proprietà della stessa azienda (gli si imputa di non aver osservato le disposizioni previste dal Piano Operativo di Sicurezza e, in particolare, non essersi sincerato che, mentre spostava il carico con la gru, non ci fosse la presenza di operai nella zona sottostante il passaggio del carico), Gabriele Sernagiotto, 60 anni di Montebelluna, dipendente della Bordignon, coordinatore della sicurezza in fase esecutiva, Marco Rossi, 41 anni di Montebelluna, pure lui dipendente della Costruzioni Bordignon, chiamato in causa come delegato per la sicurezza e responsabile del servizio Prevenzione e Protezione, e Gianantonio Bordignon, 56 anni di Volpago, responsabile dei lavori di cantiere e datore di lavoro, accusato di aver omesso di adottare le misure necessarie perché le attrezzature da lavoro «fossero oggetto di idonea manutenzione».
Tra un mese, davanti al gip Carlo Colombo, l’udienza di opposizione alla richiesta di archiviazione delle posizioni di Paolo Bordignon, il legale rappresentante dell’omonima azienda, e degli ingegneri Costante Borsato e Mauro Pozzi, addetti alla periodica revisione della gru da cui si staccò il carico. Ad opporsi alle archiviazioni dei tre indagati, proposte dalla procura, è la famiglia di Mattia Battistetti.