Agenti uccisi in Questura a Trieste, nuovo dietrofront: Meran resta in carcere
TRIESTE Nuovo intoppo e, a questo punto, la situazione sembra assumere contorni quasi kafkiani. Slitterà di almeno altre cinque settimane il momento di lasciare il carcere per Alejandro Augusto Stephan Meran, il 32enne di origini dominicane che il 4 ottobre 2019 ha ucciso in Questura gli agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. Come noto, il 6 maggio dello scorso anno la sentenza della Corte d’Assise di Trieste ha stabilito la non imputabilità per «vizio totale di mente» e ha disposto la misura di sicurezza detentiva del ricovero, per la durata minima di trent’anni, in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), struttura che in seguito all’ultima riforma ha sostituito i vecchi ospedali psichiatrici giudiziari.
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Ma nonostante quella sentenza, Meran è sempre rimasto rinchiuso nel carcere di Verona Montorio a causa delle interminabili liste d’attesa dovute al numero ridotto di posti nelle Rems, tanto in Friuli Venezia Giulia (ad Aurisina, a Udine e a Maniago) quanto nel resto del Paese.
L’attesa e le polemiche
Dopo una vana attesa durata più di nove mesi e le polemiche legate al ventilato trasferimento ad Aurisina, poi sfumato, era stata finalmente trovata una Rems disposta ad accogliere Meran, consentendo così di eseguire la sentenza della Corte d’Assise e di interrompere una carcerazione di fatto illegittima, senza dimenticare che la detenzione ha impedito anche l’avvio del percorso terapeutico, con un peggioramento delle condizioni psichiche del 32enne.
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Si trattava della Rems di Santa Maria di Calice al Cornoviglio, comune montano a una ventina di chilometri da La Spezia. Era stata anche già individuata la data per il trasferimento dal carcere alla Rems, martedì 7 marzo, ed era scattato il relativo preallerta per il servizio di scorta, con misure di sicurezza del livello più elevato, visto che Meran è considerato ancora soggetto altamente pericoloso, come confermato dall’ultima perizia.
L’imprevisto
Ma ecco l’imprevisto: è emersa la necessità di procedere con dei lavori nella struttura sanitaria ligure e l’intervento rende per il momento impossibile accogliere il nuovo ospite. Il trasferimento, salvo ulteriori intoppi, è congelato e se tutto andrà bene slitta a questo punto a metà aprile, quando sarà trascorso ormai quasi un anno dalla sentenza del 6 maggio. Nel frattempo sarà cominciato anche il processo di secondo grado per il duplice omicidio in Questura, visto che la prima udienza in Corte d’assise d’appello è fissata per il 7 aprile. Comprensibile l’amarezza degli avvocati difensori Paolo e Alice Bevilacqua: nel frattempo, infatti, le condizioni di Meran stanno ulteriormente peggiorando e interagire con lui sta diventando ancora più complicato, tanto per i legali quanto per i familiari.