Un friulano nello staff dell’ultima serie prodotta da Amazon Prime
C’è anche un po’ di Friuli occidentale in “Daisy Jones & The Six”, l’ultima serie lanciata ieri da Amazon Prime. È la firma del tecnico dell’immagine digitale Daniele Colombera, 41enne di Sacile che ha gestito macchine da presa e regolato i colori grazie ad attrezzature avanzatissime, con una troupe di 200 persone.
Com’è nata questa opportunità?
«Nell’estate 2021 ero a Los Angeles impegnato nelle riprese della seconda stagione di Hunters, con Al Pacino, quando il direttore della fotografia italo-peruviano Checco Varese mi parlò di un progetto ambientato principalmente negli anni Sessanta-Settanta a tema rock & roll. Le riprese sarebbero iniziate poco dopo. Si tratta di una serie tratta da un romanzo dell’attrice premio Oscar Reese Witherspoon. Varese voleva che lavorassi con lui al look della serie e non potei nascondere il mio entusiasmo per il connubio di musica rock, personaggi e location nel quale stavo per immergermi».
E siete partiti.
«La produzione iniziò a Los Angeles e dintorni, in ville esclusive e locali leggendari come il Whisky a Go Go sulla Sunset Strip e il Troubadour. Mi trovai a ripercorrere le orme del famoso gruppo Fleetwood Mac, al quale la storia è liberamente ispirata, ma anche dei Doors e dei Led Zeppelin, che animavano la scena rock di quel periodo a Los Angeles».
Con chi ha lavorato?
«Tra incredibili costumi, auto d’epoca, studi di registrazioni famosi (come Sound City, dove hanno registrato Tom Petty e i Nirvana), Hollywood parties e svariati concerti, ho avuto piacere di lavorare con un cast di giovani attori bravissimi, tra i quali la straordinaria Riley Keough, nipote di Elvis Presley, Sam Claflin, Suki Waterhouse e Timothy Olyphant. È stata una bellissima avventura durata quasi sette mesi, che ha incluso anche una lunga trasferta a New Orleans, una delle mie città preferite nella quale ho avuto la fortuna di vivere per qualche anno, e nella quale abbiamo girato molte scene del tour Usa della band, ricreando città, stadi e sale da concerto. Il look originale sul quale abbiamo lavorato cambia in base al periodo nel quale la storia si sviluppa nei dieci episodi, dagli anni ’60 agli anni ’90, e all’arco drammatico della storia e dei personaggi».
Qual è stato il suo ruolo?
«Ancora una volta, quello di gestire tutte le macchine da presa, regolare l’esposizione a distanza e perfezionare il colore e i livelli di contrasto in tempo reale utilizzando attrezzature avanzatissime. Tutto ciò in un periodo nel quale tutti i professionisti della troupe (circa duecento) dovevano fare il tampone molecolare ogni mattina prima di recarsi sul set e l’uso della maschera era obbligatorio per tutti. Indubbiamente un’altra esperienza unica, difficile da dimenticare».
L’altro giorno c’è stata l’anteprima.
«Ho avuto il piacere di essere invitato alla proiezione speciale dei primi due episodi in presenza dei produttori e della troupe e devo dire che è stato molto bello e rassicurante poter vedere il frutto di così tanto lavoro sul grande schermo al cinema, un’esperienza che è stata purtroppo molto rara e limitatissima negli ultimi anni a causa della pandemia».
Ora Daniele Colombera si trova a Los Angeles, appena rientrato dall’Ohio, dove è stato impegnato per le riprese di un altro film. Precedentemente era alle Hawaii per le riprese di una commedia Disney con Steve Buscemi e John Cena. E prima ancora a San Francisco e in Texas per un nuovo progetto con l’attrice Jennifer Garner per Apple. Insomma, una vita on the road, simile a quella di Daisy Jones & The Six.