Sit-in di Blocco Studentesco davanti al Tito Livio: “La scuola non è antifascista”
foto da Quotidiani locali
"La scuola non è antifascista, è libera". C'era scritto così sullo striscione che i militanti di Blocco Studentesco Padova, sezione giovanile di Casa Pound, hanno portato sabato mattina 4 marzo davanti al liceo Tito Livio, insieme alle loro bandiere nere con il fulmine cerchiato. L'iniziativa, con un sit-in al quale hanno preso parte una ventina di militanti, non proprio in età da liceo, è stata presa per "contestare la menzognera giostra mediatica antifascista, tornata all'opera in questi giorni". Il Blocco di destra contesta la decisione presa dalla Rete degli Studenti Medi che "ha di propria iniziativa deciso di affiggere in alcune scuole la "lettera pastorale" che la preside del liceo Leonardo Da Vinci di Firenze ha indirizzato ai propri studenti in seguito ai fatti avvenuti nella stessa città pochi giorni prima, quando un volantinaggio eseguito da militanti di Azione Studentesca in un altro istituto scolastico del capoluogo toscano, il Michelangiolo, si è concluso con il pestaggio di alcuni ragazzi appartenenti a collettivi di sinistra".
Il Blocco ha voluto segnalare come "per l'ennesima volta, una vicenda dai contorni ancora da definire venga utilizzata dallo sciacallaggio organizzato antifascista per riaffermare la propria intoccabile egemonia nel mondo della scuola, per ribadire che la scuola è "cosa nostra" e chiunque abbia velleità di opposizione a questo dato di fatto debba venire sistematicamente allontanato, criminalizzato ed esiliato".
"La nostra azione al Tito Livio serve a dimostrare ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno", così termina la nota, "che noi ce ne freghiamo schiettamente dei divieti e dei catechismi politicamente corretti di questi personaggi e di tutto l'apparato (presidi, insegnanti, giornalisti, esponenti locali e nazionali del centrosinistra)", perché "noi siamo la voce libera di tutti quegli studenti che sono stanchi della camorra culturale dell'antifascismo militante".
A stretto giro è arrivata anche la risposta della Rete degli Studenti Medi che parla di "provocazioni e messaggi inaccettabili". Nella nota si legge: "Blocco studentesco nelle scuole non riesce più ad essere ascoltato dagli studenti, e le uniche volte in cui si fa vedere davanti alle scuole è per sputare direttamente sulla nostra Costituzione. Il nostro Paese è antifascista, la scuola è antifascista. Chi dice il contrario lo fa perché non conosce la storia, o perché si dichiara fascista. Nel caso di blocco studentesco evidentemente entrambe le ipotesi", commenta Irene Bresciani della Rete degli studenti medi di Padova. "Le intimidazioni di questi giorni si aggiungono alla lunga fila di eventi preoccupanti avvenuti nelle scuole di tutto il paese negli ultimi tempi, primo tra tutti il grave pestaggio avvenuto davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze qualche settimana fa".
Alice MIraglies, rappresentante di istituto del Tito Livio, aggiunge: "Queste intimidazioni non ci fanno paura. Sappiamo da che parte stare e anche gli studenti delle nostre scuole. Siamo dalla parte della costituzione, delle persone più fragili, dalla parte della scuola dell'inclusione e del dialogo. Oggi (sabato 4 marzo, ndr) saremo a Firenze per ribadirlo e proprio al Tito Livio lunedì prossimo lanceremo una campagna regionale sulla scuola inclusiva e i diritti di tutte e tutti gli studenti. Questi attacchi di Bloccò studentesco non fanno altro che confermarci che siamo dalla parte giusta".
"Fuori i fascisti dalla nostra città, messaggi del genere vanno contro la Costituzione ed è inaccettabile" dichiara Domenico Amico, Coordinatore di Studenti Per Udu Padova, "Azioni come questa infangano la nostra città e il nostro Ateneo, medaglia al valore per la Resistenza. Quella di oggi è una provocazione che fa rabbrividire, come studenti siamo in prima linea per difendere i diritti e la libertà, quella vera. Le istituzioni facciano la loro parte: è ora di sciogliere i partiti e le associazioni neofasciste".