Crac Uljanik, nuove denunce: «Danni totali per un miliardo»
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foto da Quotidiani locali
POLA Un’altra tegola giudiziaria si abbatte su alcuni ex manager di Uljanik, il gruppo - di cui faceva parte lo storico stabilimento navale Scoglio Olivi di Pola - finito in liquidazione quattro anni fa a causa di una gestione economica che ha reciso la tradizione cantieristica avviata nel 1856.
A conclusione di una nuova tornata di indagini, la polizia ha spiccato denunce penali contro tre ex componenti della direzione del Gruppo e contro sei ex componenti del Comitato di sorveglianza. Lo ha reso noto con un comunicato (senza citare nomi) il Dipartimento di polizia, precisando essere la quinta denuncia penale dopo l’arresto - avvenuto quattro anni fa - di 12 manager oggi in attesa di processo. Ebbene i tre ex componenti della direzione sono stati denunciati per reati attinenti all’abuso di fiducia nella gestione economica commessi tra il 2013 e il 2017. Per la precisione, avrebbero coscientemente firmato contratti per la costruzione di navi a condizioni sfavorevoli per l'azienda: in altre parole sapendo che il prezzo pagato dai committenti era inferiore ai costi di gestione, e quindi sapendo perfettamente che alla fine i conti sarebbero risultati in rosso. Per affrontare la costruzione delle navi servivano soldi per i quali, sempre secondo la denuncia, i tre attingevano dalle garanzie bancarie fornite dallo Stato, dagli anticipi chiesti ai committenti e da crediti bancari. Tali risorse però invece di venire impiegate per la costruzione delle navi servivano per appianare altri debiti: e così si verificavano ritardi nell'acquisto dei materiali da costruzione e nel versamento degli stipendi. In più la compagnia pagava forti penali per il mancato rispetto dei termini contrattuali di costruzione.
A conti fatti, sempre secondo la denuncia, i tre ex manager avrebbero danneggiato le casse aziendali per 533 milioni di euro, che sommati al danno relativo alle quattro precedenti denunce, fanno arrivare all'astronomica cifra di 1,02 miliardi di euro. In questo conteggio sono inclusi i 706.000 euro di bonus o premio che la direzione del Gruppo Uljanik si era fatta versare dai sei ex componenti del Comitato di sorveglianza. Era un versamento quale premio per la buona gestione aziendale, pagato in violazione degli atti interni secondo i quali esso poteva avvenire solo dopo l'approvazione dei resoconti finanziari.
Intanto, dallo scoppio dello scandalo, uno dei maggiori nella storia della Croazia assieme a quelli della compagnia petrolifera Ina e del consorzio agroalimentare Agrokor, nessun indagato è finito ancora in tribunale. Nel febbraio 2022 la Corte d'accusa del Tribunale di Fiume aveva confermato il primo capo di imputazione per i 12 ex manager accusati di malversazioni nella gestione economica, per danno di 120 milioni di euro. Ora si attende la data del processo. E sulle ceneri dell'ex Gruppo è nata la società Uljanik Brodogradnja 1856, con l’obiettivo di rilanciare la cantieristica a Pola.