Nuova Becca, progetto a Roma il costo è salito a 166 milioni
LINAROLO.
Approda a Roma, per essere valutato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, il progetto di fattibilità tecnico economica del nuovo ponte della Becca il cui costo è lievitato a causa del caro energia e dell’incremento dei prezzi dei materiali. Passa infatti dai 123milioni previsti nel documento di fattibilità, fatto redigere da Regione Lombardia, agli attuali 166 milioni e 798mila euro, anche se l’ingegnere Gian Michele Calvi, il cui studio, associato a studi di Madrid, Trento e Brescia, ha redatto la progettazione, precisa che «l’incremento è comunque inferiore agli aumenti medi stabiliti nel decreto legge di luglio che aveva introdotto la revisione dei prezzi negli appalti in essere».
L’ITER
La progettazione ora passerà al vaglio del pool di esperti del Consiglio a cui spetta il compito di valutare i progetti di importo superiore a 100milioni, poi, una volta incassato l’ok, verrà inviata ad Anas.
LA PROVINCIA
«Prosegue il lavoro per la costruzione del nuovo ponte della Becca – spiega il presidente della Provincia Giovanni Palli -. Mi sono impegnato fin dal mio insediamento a dare impulso alla conclusione della progettazione e ora metteremo sul tavolo del ministero un progetto completo di tutti gli elementi per dar corso all’iter successivo. Si apre una nuova fase di analisi su una infrastruttura di interesse nazionale che, come ha dichiarato il ministro Salvini, è strategica per i cittadini e il sistema produttivo». Un’infrastruttura che è frutto di una soluzione ingegneristica inusuale. «È un ponte a travate in calcestruzzo, ma con l’impalcato a sezione variabile, che diventa molto sottile nella parte centrale delle campate, offrendo un’immagine molto snella, uno degli elementi essenziali di un’infrastruttura che risponde alla richiesta di Anas – spiega Calvi -. È quindi tradizionale, sebbene abbia campate di 200 metri che lo rendono un unicum in Italia».
Il ponte sarà sismicamente isolato. «È poi prevista la possibilità di un allargamento a 4 corsie, vista la vicinanza alla Piacenza-Torino, alla tangenziale di Pavia, ma anche alla Milano-Bologna», spiega Calvi che, sui prossimi passi dell’iter, dice: «Procedere con la gara di progettazione definitiva ed esecutiva e poi con quella di costruzione consente più controllo da parte dell’ente. L’appalto integrato permetterebbe invece qualche risparmio di tempo che comunque non si misura in anni». Il Comitato Ponte parla di «tempi troppo lunghi». «Abbiamo sollecitato più volte la Provincia, visto che a fine anno ci era stato assicurato che, dopo poche settimane, il piano sarebbe stato inviato a Roma – dice il presidente Fabrizio Cavaldonati -. Una promessa mancata. Ne chiediamo i motivi e chiediamo un piano di accelerazione. Poi è indispensabile muoversi subito per i finanziamenti».Stefania Prato