Il premio speciale “Santi Ilario e Taziano” in memoria di Omar Monestier: «Aveva capito la realtà di Gorizia»
GORIZIA Omar Monestier aveva colto il ruolo di Gorizia nel delicato gioco di equilibri del Friuli Venezia Giulia, aveva saputo riconoscere e apprezzare le tante e complesse anime della città «facendo della sensibilità, dell’educazione e dell’amore per un’informazione genuina e trasparente gli strumenti per valorizzare le potenzialità di questa città e offrirle un ruolo di primo piano nella storia della nostra regione».
Per questo Gorizia ha consegnato alla famiglia dell’ex direttore di Piccolo e Messaggero Veneto, morto a 57 anni nell’estate 2022, il premio speciale dei Patroni “Santi Ilario e Taziano”.
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Poche e sentite le parole della moglie Sara che nel ringraziare anche a nome dei figli, si è limitata a sottolineare come in queste occasioni abbia sempre portato a casa molti abbracci: «Questo vale più di tutte le parole che posso dire».
Con lei, sul palco è salita la direttrice del Piccolo Roberta Giani. «Di Omar si è detto e scritto moltissimo, ma aveva una personalità ricca di sfaccettature e molte sono ancora da scoprire», ha detto la direttrice che poi ha voluto ricordare quando il 21 ottobre di due anni fa, proprio nel foyer del Teatro Verdi, Monestier accolse i presidenti della Repubblica di Italia e Slovenia, Sergio Mattarella e Borut Pahor, per guidarli nella mostra con le prime pagine del giornale allestita per celebrare i 140 anni del Piccolo.
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«Elegantissimo come sempre accoglie i presidenti ma, per qualche motivo, il Cerimoniale fa fare loro il giro al contrario. Ho l’immagine di Omar con la mascherina che guarda i presidenti che guardano la prima pagina con la foto della loro stretta di mano a Basovizza e a lui brillano gli occhi. Il viaggio poi va avanti a ritroso nel tempo, ma saltano la prima pagina del 1881 conservata in una bacheca. Lo sussurro a Omar che la prende e raggiunge Mattarella “costringendolo” a leggerla. E Mattarella fa altrettanto con Pahor che, leggendo il brevissimo editoriale, ne sottolinea la contemporaneità, con Mattarella che a sua volta dice: “Una storia molto bella e molto lunga”. Alla fine ricordo questi momenti pensando a Omar. Quando si è insediato mi ha scritto: “Giani, vedrai che ci si diverte insieme”. Lì per lì non ci credevo. Ma aveva ragione lui».