Roma e Lazio caos: indagati i vertici per plusvalenze e calciomercato
L'onda lunga delle inchieste sui guasti del calciomercato arriva fino alla Capitale e colpisce i vertici, presenti e passati, di Lazio e Roma. Due i filoni di indagine, indipendenti tra loro e rispetto ai movimenti della Procura di Torino che si è occupata dei bilanci della Juventus e dai quali è nato il processo sportivo che ha portato alla penalizzazione di 15 punti per i bianconeri. Nel mirino le compravendite realizzate dalle due società nel periodo dal 2017 al 2021. A portare alla luce l'attività della Procura di Roma, che si occupa del club giallorosso, e di quella di Tivoli, impegnata per competenza territoriale su Lazio e Salernitana, sono state le perquisizioni compiute dalla Guardia di Finanza nella giornata di martedì 5 aprile presso le sedi delle società calcistiche.
L'INCHIESTA SUL CALCIOMERCATO DELLA ROMA
Nel registro degli indagati per la Roma risultano iscritti il presidente e il vicepresidente Dan e Ryan Friedkin e l’ex presidente James Pallotta. Insieme a loro gli ex amministratori delegati Umberto Gandini (attuale presidente della Lega Basket) e Guido Fienga, l’ex vice presidente esecutivo ed ex direttore esecutivo Mauro Baldissoni e alcuni dirigenti. L'ipotesi di reato per i vertici societari è quella di false comunicazioni sociali.
La Procura ipotizza che “al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto, nei bilanci, nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico" gli indagati "consapevolmente esponevano fatti materiali non rispondenti al vero, ovvero omettevano fatti materiali rilevanti la cui comunicazione è imposta dalla legge sulla situazione economica, patrimoniale o finanziaria della società o del gruppo al quale la stessa appartiene, in modo concretamente idoneo ad indurre altri in errore”.
Va ricordato che all'epoca la Roma era quotata in Borsa, da cui è uscita nei mesi scorsi per volontà della famiglia Friedkin. Secondo i magistrati, che hanno sequestrato documentazione contabile e non solo, la società romana ha iscritto nel bilancio chiuso il 30 giugno 2021 importi maturati nell’ambito di operazioni nelle quali emergevano valori "notevolmente maggiorati o comunque non conformi rispetto a quelli di mercato”.
Nell'elenco delle operazioni sospette c'è lo scambio avvenuto con la Juventus e che ha coinvolto i giocatori Luca Pellegrini e Leonardo Spinazzola, avvenuta negli ultimi giorni del mese di giugno 2019: in questo caso gli atti sono arrivati da Torino. L'indagine ha, però, messo sotto analisi anche altre trattative di mercato: le cessioni di Marchizza e Frattesi al Sassuolo, di Tumminello all’Atalanta, di Cetin, Cancellieri e Diaby al Verona e gli acquisti di Defrel dal Sassuolo, di Cristante dall’Atalanta e di Kumbulla dal Verona.
All'ex proprietario e presidente James Pallotta e ai dirigenti di allora sono invece contestati i movimenti di mercato iscritti nei bilanci chiusi nel giugno 2017 e nel giugno 2018.
La Roma ha risposto con un comunicato ufficiale: "L’AS Roma prende atto dell’avvio di indagini da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma nei confronti della Società nonché di alcuni suoi attuali e precedenti dirigenti. La società sta collaborando con le autorità competenti e auspica che venga fatta piena chiarezza sulla vicenda nel minor tempo possibile, ritenendo di aver sempre operato nel pieno rispetto delle norme vigenti".
L'INCHIESTA SULLE COMPRAVENDITE DELLA LAZIO
La Procura di Tivoli ha, invece, iscritto nel registro degli indagati il presidente della Lazio Claudio Lotito e il direttore sportivo del Igli Tare. Nel decreto di perquisizione compaiono anche i nomi di altre cinque persone: Marco Moschini, Marco Cavaliere, Luciano Corradi, Angelo Marchetti e Angelo Fabiani. Le operazioni di calciomercato su cui i magistrati hanno chiesto un approfondimento riguardano Sprocati, Casasola, Marino, Cicerelli, Novella, Morrone e Akpa Akpro.
Si tratta delle trattative che nel corso degli anni si sono intrecciate sull'asse tra Lazio e Salernitana, club che avevano in comune la proprietà di Lotito. L'ipotesi su cui la Procura lavora è che gli indagati "in concorso tra loro, avvalendosi delle fatture di vendita dei giocatori ceduti dalla 'U.S. Salernitana 1919 srl', frutto di valutazione artefatte rispetto al valore di mercato del singolo calciatore al momento della cessione, indicavano nelle dichiarazioni dei redditi annuali elementi passivi fittizi (costi "gonfiati"), nonché facevano figurare nei bilanci societari i rispettivi valori di acquisto spropositati dei calciatori, cosi falsando il valore del patrimonio della società sportiva".
La Lazio ha risposto con una nota ufficiale: "La S.S. Lazio è una casa di cristallo nella quale tutti i documenti sono a posto e sempre a disposizione di tutte le Autorità. Ci siamo sempre attenuti, nel nostro operato, ad un’ottica di leale e totale cooperazione e, quindi, qualsiasi documentazione ci fosse stata richiesta sarebbe stata da noi immediatamente consegnata. Nutriamo comunque il massimo rispetto per la Magistratura e confidiamo pertanto di fugare celermente qualsiasi equivoco o dubbio in relazione alle ipotesi contestate".