Cugine travolte e uccise sulla A28, la Corte d’Appello di Trieste lo condanna a sette anni
TRIESTE L’imprenditore bulgaro residente a Pordenone Dimitre Traykov, 62 anni, a processo per aver tamponato e ucciso sulla A28 le due giovani cugine Sara Rizzardo, 26 anni di Conegliano, e Jessica Fragasso, 20 anni di Mareno di Piave, mercoledì 26 aprile è stato condannato dalla Corte d’appello di Trieste a sette anni di reclusione.
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Traykov è accusato di omicidio stradale plurimo, omissione di soccorso e lesioni gravissime. E’ stata confermata la sentenza di primo grado: allora il gup Monica Biasutti gli aveva inflitto, infatti, sette anni di reclusione.
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Mamma, papà e zio di Sara hanno inseguito Traykov dopo la lettura della sentenza. La madre della giovane ha urlato: «Assassino, hai ucciso mia figlia e mia nipote».
Al volante di un suv, il 30 gennaio 2022 tamponò sulla A28 a 180 chilometri orari la Fiat Panda a bordo della quale viaggiavano le due giovani cugine e le due bimbe di Sara. Solo le piccole sopravvissero al terribile schianto. Sara e Jessica morirono sul colpo.
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L’utilitaria fu scaraventata dall’urto a 125 metri di distanza dal punto d’impatto, il Land rover freelander, ribaltandosi, colpì la Fiat 500 a bordo della quale c’erano i genitori di Jessica, fermandosi poi a 225 metri dal primo punto d’urto, all’altezza di Azzano Decimo.
Traykov fu visto poi scavalcare il guardrail e cadere per terra da una dipendente di Autovie venete e quindi allontanarsi a piedi. La polstrada e la squadra mobile di Pordenone lo avevano in seguito rintracciato a casa sua alle 21.50, due ore dopo l’incidente, grazie a una provvidenziale telefonata ricevuta da un cellulare di Traykov rimasto nell’abitacolo del suv.
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L’imprenditore era stato sottoposto all’alcoltest per la prima volta alle 22.29, poi gli esami erano stati ripetuti in ospedale.
In primo grado il gup Monica Biasutti aveva escluso l’aggravante della guida in stato di ebbrezza, condannando Traykov a sette anni di reclusione, alla revoca della patente e provvisionali per complessivi 175 mila euro ai familiari delle vittime, con risarcimento del danno da quantificarsi in sede civile.
Gli avvocati Loris Padalino e Gianni Massanzana, che assistono Traykov, hanno impugnato la sentenza di primo grado. Hanno sollevato dubbi sull’ipotesi di fuga e omissione di soccorso osservando che il loro assistito è stato notato sul luogo dell’incidente alle 20.06, ventisei minuti dopo lo scontro.
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Nell’arringa hanno chiesto l’assoluzione ritenendo che non vi sia una prova univoca, ma solo generici indizi, e in subordine una riduzione della pena. Il procuratore generale Leghissa ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado, sette anni di reclusione.
Con gli avvocati Enrico D’Orazio, Alessandra Nava, Luca Motta, si sono costituiti parte civile i familiari delle vittime.
A Trieste erano presenti in aula i genitori di Jessica, Alain e Barbara Fragasso, i nonni delle due cugine Natalino e Loredana Rizzotto, Stefania Di Grazia, mamma di Sara, Denis e Luca Rizzotto, zio e papà di Sarà
La Corte d’appello era presieduta da Fabrizio Rigo, a latere Deborah De Stefano e Paolo Santangelo. —
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