La caccia al personale: in bar e ristoranti mantovani mancano 670 addetti
La ristorazione mantovana ha fame di personale. Non è un mistero che ormai da mesi bar e ristoranti manifestino un disperato bisogno di addetti e che il reclutamento sul mercato del lavoro sia sempre più difficile. E proprio sul fronte occupazione per il trimestre aprile-giugno 2023 in Lombardia sono previste oltre 27mila assunzioni nel settore della ristorazione (fonte Unioncamere) e che solo nella provincia di Mantova la necessità è di 670 addetti.
«Nonostante le assunzioni previste, per gli operatori del settore continuano le difficoltà nel reperire personale – sottolinea il vicepresidente vicario della Confcommercio lombarda, Carlo Massoletti – una tendenza che può essere invertita grazie a un robusto intervento di abbattimento del cuneo fiscale sul costo del lavoro. Importante, inoltre, è la formazione professionale, determinante anche per offrire un servizio sempre più di qualità da parte di imprese ormai centrali nella filiera turistica, e politiche specifiche su innovazione e credito, che possono aiutarle a confermarsi come protagoniste dell’economia e della rigenerazione urbana».
Ieri intanto ci sono stati tanti appuntamenti organizzati dalle associazioni territoriali, con oltre 800 i ristoranti lombardi aderenti, in occasione della prima edizione della “Giornata della ristorazione”, organizzata da Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana pubblici esercizi. Primo appuntamento nazionale per rafforzare il ruolo della ristorazione e della gastronomia italiana, la “Giornata della ristorazione” pone centro il tema dell’ospitalità e della convivialità, simboleggiata dal pane, attore protagonista dell’appuntamento che si svolgerà per tutta la giornata di domani.
«I pubblici esercizi, in gran parte micro e piccole imprese, rappresentano non solo un’importante leva economica, professionale e lavorativa, ma anche il perno intorno a cui spesso si sviluppano relazioni tra le persone – continua Massoletti – si tratta di attività fondamentali, sia nei grandi centri sia nelle aree più periferiche, grazie alla loro capacità di essere supporto ad altri comparti economici e di creare connessioni».