Polemica in Consiglio comunale a Trieste sulla cittadinanza alla Brigata Sassari
TRIESTE Il 10 settembre 1920 la Brigata Sassari del Regio esercito cannoneggiava gli operai in sciopero a San Giacomo, provocando diverse vittime. Lunedì sera, nei giorni del 103.mo anniversario di quei fatti, la maggioranza in Consiglio comunale ha votato una delibera per conferire la cittadinanza onoraria alla brigata. Sui contenuti del testo è nato un acceso dibattito con l’opposizione.
Il documento viene presentato dall’assessore Maurizio De Blasio: «È un onore proporre la cittadinanza onoraria per una brigata dal valoroso comportamento nella Grande guerra, che vanta tra i suoi caduti due medaglie d’oro triestine e una decennale presenza nella nostra città». Prende poi la parola il meloniano Vincenzo Rescigno: «Le preziose esperienze che Trieste ha vissuto con la Brigata Sassari sono indelebili, hanno arricchito il patrimonio storico della nostra città».
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A quel punto però interviene il consigliere Pd Štefan Čok: «Per contenuti e tempistica la delibera potrebbe non riuscire nel suo intento», dice. Il testo infatti presenta come esempi meritori due ufficiali triestini caduti rispettivamente nell’invasione dell’Etiopia nel 1936 e della Jugoslavia nel 1942.
«Ma non sono questi i punti su cui vorrei soffermarmi», aggiunge Čok, passando quindi a leggere la pagina del Piccolo dell’11 settembre 1920 in cui si racconta la sanguinosa repressione di San Giacomo. Chiede quindi di rinviare l’approvazione, anche solo per allontanarsi dall’anniversario: «È una disgraziatissima coincidenza ma ci è capitata».
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Rilancia il capogruppo di Adesso Trieste Riccardo Laterza: «Così com’è scritta questa delibera è irricevibile. Non penso sia la maniera migliore di rispettare quanto di tragico avvenuto nella nostra città. Ancor più grave dare come motivi fondanti due medaglie d’oro conferite nel corso di due guerre di aggressione imperialista del regime fascista».
La forzista Angela Brandi prende quindi la parola, ripercorrendo la storia della brigata: «Nata il primo marzo 1915, doveva scomparire, ma in considerazione dell’altissimo valore dimostrato in guerra venne inserita a pieno titolo nell’Esercito italiano. Sosteniamo la cittadinanza alla Sassari così come sosteniamo altre delibere che rivendicano e difendono l’italianità di queste terre». Il meloniano Salvatore Porro ricorda che il motto della brigata è proprio «la vita per la Patria».
A quel punto il capogruppo Pd Giovanni Barbo tenta la mediazione, chiedendo un ritiro temporaneo in spirito di conciliazione, mentre il collega azzurro Alberto Polacco stigmatizza: «Forzature evidenti che non posso condividere, del tutto ideologiche. Non si può considerare una forzatura dare la cittadinanza alla Brigata Sassari che ogni 2 Giugno vediamo sfilare ai Fori imperiali».
Si butta nel dibattito anche Ugo Rossi di Insieme Liberi, che coglie l’occasione per lanciarsi contro la portaerei Ford, la Nato, e il «false flag dell’11 settembre (2001, ndr)». Il dem Francesco Russo tenta a sua volta la mediazione, chiedendo il rinvio: «Se vogliamo riconoscere fino in fondo, con luci e ombre, il valore della Brigata Sassari, la maggioranza dovrebbe cercare un voto il più possibile unanime». La proposta però viene cassata.
L’assessore De Blasio invita l’opposizione a votare il testo «per quel che la brigata è oggi, non in passato». Punto Franco accoglie l’invito, pur criticando la «delibera non all’altezza», il resto dell’opposizione non partecipa o vota contro. Il centrodestra approva.
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