La Pedavena-Croce d’Aune guarda avanti. «È stato fatto il massimo per la sicurezza»
«La sicurezza? Non essere qui a commentare tragedie o danni ben più gravi testimonia quanto elevati fossero i nostri standard di controllo…».
Tra gli esponenti del comitato organizzatore della corsa in salita Pedavena – Croce d’Aune, l’argomento legato all’incidente occorso alla Frangivento di Giorgio Pirolo viene archiviato sul fronte dichiarazioni attorno a un pur gentile “no comment”. Nessuno desidera infatti aggiungere qualcosa in più, rispetto a quanto pronunciato a caldo nelle ore successive all’evento. Nel frattempo l’ormai popolare video sta facendo il giro del web, complice pure la pubblicazione da parte di media nazionali e internazionali.
D’altronde la dinamica cattura l’attenzione del lettore, ma non se ne sarebbe parlato in questi termini se qualcuno avesse riportato lesioni o peggio ancora. Semmai, al comitato “Amici della Pedavena – Croce d’Aune” spiace sia andato in secondo piano l’assenza di incidenti tra i 181 partecipanti al via della competizione.
Il vicepresidente Michele De Bacco al contrario lo sottolinea con forza, parlando poi anche del futuro dell’evento. A proposito, non viene escluso il proseguire con il tracciato di 4.404 metri, in attesa di notizie riguardanti l’impossibilità di gareggiare all’interno dei confini del Parco. De Bacco, l’incidente alla Frangivento fa discutere.
La vostra posizione...
«Preferiamo non dire altro, in quanto è giusto vi siano le verifiche del caso da parte degli organi preposti».
Okay, ma come logico fosse siete stati tirati in ballo sul fronte sicurezza in qualità di organizzatori.
«Lungo quattro chilometri di tracciato, c’erano qualcosa come 60 rotoballe di fieno, oltre alle gomme e così via. Non solo: l’accesso del pubblico era contingentato tramite il rilascio di appositi pass, allo scopo di non superare la capienza massima. Il tutto era convalidato da chi di dovere e infatti incidenti all’interno della competizione non ve ne sono stati. Quando è accaduto l’episodio con la Frangivento, le pochissime persone presenti in quella curva erano in sicurezza alle spalle del capoposto dell’organizzazione».
Intanto siete tornati a gareggiare, dopo lo stop dello scorso anno dovuto alla diatriba con il Parco.
«Non vedevamo l’ora, così come i piloti che hanno risposto in poco meno di 200 unità. Noi abbiamo fatto il massimo, ripagati dal tributo di applausi riservato dalle due ali di folla alle auto che rientravano lungo il viale della Birreria Pedavena. Scena da brividi. Apprezzato anche il paddock interamente raggruppato nel parcheggio limitrofo».
La gara è piaciuta. Quindi si resta al percorso ridotto o comunque l’obiettivo rimane in ogni caso il ripristino del consueto tracciato?
«Arrivare in cima ha tutt’altra suggestione. Ma chi era scettico sul percorso da 4 chilometri ha confidato di essersi ricreduto, suggerendo magari l’eventuale inserimento di una terza manche. Noi piuttosto di non fare la gara, organizzeremo di nuovo la versione corta. Rimane un doppio auspicio: o risolvere la questione con il Parco oppure ricevere risposta favorevole da chi è chiamato a giudicare l’interpretazione del regolamento. Tengo comunque a sottolineare la collaborazione e disponibilità mostrata dal Parco per la realizzazione all’interno dei loro confini del parco chiuso e altri spazi per noi indispensabili».