Valsugana chiusa, Valbrenta risponde all’appello di Arsiè
I pendolari di Arsiè che lavorano nel Bassanese potranno utilizzare la vecchia strada di Valstagna per superare la chiusura della Ss 47 Valsugana provocata dalla imponente frana del 12 gennaio. Risparmiandosi il lungo giro per la Fenadora-Anzù, la Feltrina e poi giù fino a Romano d’Ezzelino.
L’ordinanza ancora non c’è, dunque per ora il bypass è riservato ai residenti del Comune di Valbrenta, ma è questione di poco: «Sì, mercoledì o giovedì li ammettiamo facendo l’ordinanza», spiega il sindaco vicentino Luca Ferazzoli, dopo aver anticipato al collega confinante di Arsiè, Luca Strappazzon, l’accoglimento della richiesta.
«È stata tenuta in considerazione la problematica dei pendolari», sottolinea Luca Strappazzon con soddisfazione, «che sono oltre una sessantina, tenendo conto che non ci sono solo persone di Arsiè che lavorano nel Bassanese, ma anche bassanesi che lavorano ad Arsiè, ad esempio alla Teknowerk Plast. Questa apertura è molto positiva per i lavoratori, che si sono trovati a veder aumentare i chilometri, le spese, il tempo trascorso ogni giorno in strada per andare al lavoro e tornare».
Una situazione, quella della chiusura della statale Valsugana, che pesa non solo ad Arsiè ma sull’intero Alto Veneto, ha denunciato ieri Confindustria Belluno Dolomiti, per bocca della presidente Lorraine Berton.
«Le pesanti limitazioni al traffico in Valsugana stanno provocando un danno enorme alle imprese e alle famiglie dell’intero Alto Veneto, compresa la montagna bellunese. Chiedo a tutte le istituzioni – vicentine, bellunesi e trentine in particolare – di vigilare e cooperare al massimo delle loro capacità», ha detto Berton.
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«La strada va riaperta in totale sicurezza il prima possibile: le aziende che operano nell’area sono già in sofferenza. Penso al Feltrino occidentale con le zone artigianali e industriali di Arsiè e Fonzaso, ma anche all’aumento del traffico sulle vie alternative, a partire dalla strada regionale Feltrina, che già soffre di innumerevoli criticità. Aumentano i tempi di percorrenza e i costi per le imprese, stesso copione per le famiglie. La situazione da emergenziale rischia di diventare cronica».
«Questo stop mette a nudo i tanti problemi del nostro sistema viabilistico», rimarca la presidente degli industriali, «che necessita di un tagliando complessivo e di una potente iniezione di risorse. I tratti valligiani hanno poi bisogno di una ulteriore attenzione in quanto più fragili perché soggetti a fenomeni di dissesto idrogeologico».