DALLA SALA STAMPA – Lucarelli: “Non metto le mani avanti e non cerco alibi. Mi auguro che arrivi presto il mese di aprile. Sto facendo di tutto per rimediare”
L’allenatore del Catania Cristiano Lucarelli analizza in sala stampa il pareggio casalingo contro il Monterosi Tuscia:
“I nostri allenamenti sono incentrati su possesso palla e giocate precise, poi ci deve essere lucidità per trovare il coraggio di giocare il pallone in partita e dipende da tante cose, anche dall’andamento della stagione, dalla condizione fisica e dalla stanchezza. Quando abbiamo incontrato squadre stanche come noi, abbiamo fatto due o tre gol; fai fatica, invece, contro chi ha giocato meno di te, parlo per esperienza. Incontrare squadre riposate e in un certo periodo di forma, come il Monterosi di oggi, cambia molto. La nostra partita è viziata da una condizione fisica che non ci ha permesso di essere intensi, aggressivi. Se sei stanco non hai lucidità e sbagli. Le mie squadre hanno sempre giocato a calcio e creato occasioni, farlo ogni tre giorni in questo momento è complicato.”.
“Non sono contento della prestazione, avevo preventivato le difficoltà e non per mettere le mani avanti, non mi interessa: noi consideriamo le ultime partite dei nostri avversari. È la mia opinione, non cerco scuse e alibi. Oggi avrei voluto cambiare undici giocatori, il mio istinto mi suggeriva questo, lo avrei fatto se avessi avuto in questo momento il supporto della continuità di risultati. Mi piace dare a tutti la possibilità di pensare che possano giocare, ne va anche dell’intensità e delle motivazioni in allenamento”.
“C’è stata una reazione emotiva nel secondo tempo ma abbiamo tirato tante pallonate in avanti e non è una cosa che io chiedo. Per giocare bene bisogna essere riposati, lucidi, concentrati, sono tutte situazioni che solo chi vive il calcio può comprendere. Non c’è una cattiva volontà o chi se ne sbatte del Catania. La manovra nelle ultime settimane non mi sta piacendo, vedo poca serenità, paura di tentare la giocata e preoccupazione di prendersi la responsabilità, la conseguenza è non avere un gioco fluido. Avellino? Noi a fine partita abbiamo sempre un bollettino di guerra abbastanza completo. Faremo la conta domani, qualche giocatore ha iniziato con dei problemi, capiremo chi sarà disponibile, chi ha attitudine sul sintetico, valuteremo tutto e cercheremo di schierare la miglior formazione possibile, anche in base ai feedback dei giocatori, decidendo infine sulla base delle informazioni che raccoglieremo durante gli allenamenti. Abbiamo dato continuità di prestazioni in quattro partite, al mio arrivo, poi abbiamo avuto un andamento altalenante. Prendetemi per matto, riparliamone a fine stagione. Ad aprile speriamo di presentarci tirati a lucido ai playoff, concentriamoci e costruiamo qualcosa per quel momento. Lavoriamo per vincere la Coppa Italia, concludere bene il campionato, affrontare bene i playoff e provare a vincerli. Giusto fischiarci, dal punto di vista dei tifosi. Non abbiamo sottovalutato il campionato, sappiamo di non potercelo permettere”.
“Io sono venuto a Catania la prima volta nel 2017, ho avuto delle soddisfazioni in questa piazza ed ho continuato a seguirla. Da allora le domande dei giornalisti vertono sempre sulla presunta mancanza di un leader, sul peso della maglia, la pressione. Dobbiamo capire seriamente dove stia il problema. Io nel 2017/18 arrivai secondo, sfiorando la promozione diretta. Non avevo la possibilità di migliorare la rosa in modo corposo come adesso. Quando andai via, l’anno successivo arrivarono a Catania una serie di giocatori che mi avrebbero fatto comodo. Il Catania ripartì dal 2-0 al Verona in Coppa Italia, con una rosa nettamente più forte rispetto all’anno precedente, eppure arrivò al quarto posto in campionato. Anche lì, stessi problemi malgrado l’importanza dei calciatori arrivati. Marotta con la maglia del Siena sembrava una forza della natura quando ci giocammo contro, in rossazzurro quanti gol ha fatto? Perché allenatori, giocatori e dirigenti qui sono tutti scarsi e poi, altrove, spesso fanno bene? Io andando da un‘altra parte ho vinto un campionato ed una Supercoppa di C. Qui ci sarebbe tutto per vincere. Soprattutto ora che i progetti societari sono importanti. Alla fine però la domanda è sempre quella, l’attaccante che non segna, la presunta mancanza di personalità. Non riesco a darmi una spiegazione del perché a Catania c’è questa tendenza”.
“Io sono molto più contento di una squadra che in partita secca sa vincere, visto quello che sarà il prosieguo della nostra stagione. Quando una cosa inizia male diventa difficile rimediare, diventa difficile quando giochi ogni tre giorni. Domani faremo defaticante, la palla non la vede nessuno tranne chi non ha giocato. Martedì saremo già sul pullman, faremo rifinitura, non hai il tempo di analizzare gli errori commessi in partita. Fai un po’ di scarico. Martedì avremo giusto due ore di allenamento per preparare Avellino e mercoledì giocheremo la partita. Io non mi sento un fenomeno, ma posso avere delle difficoltà a preparare una gara in così poco tempo”.
“Mi auguro che arrivi presto il mese di aprile, disputando le ultime 4 partite di campionato con settimane-tipo faremo dei lavori fisici mirati per favorire la ripresa della condizione atletica e presentarci tirati a lucido ai playoff. Sto cercando di tutto per rimediare. In campionato per ora non ci sono riuscito. Abbiamo guardato ad un’altra possibilità più pratica e veloce, ce l’abbiamo fatta a raggiungere attraverso la Coppa Italia un qualcosa che sarebbe stato difficile in campionato, ma pretendo di finirlo in maniera dignitosa. Forse abbiamo spinto inconsciamente nel preparare meglio e con più partecipazione le partite di Coppa Italia perché ci davano un pass che altrimenti non potevamo più agguantare. Nessuno qui può svernare e lo sa bene, altrimenti sarebbe da rinchiudere al manicomio. In questa piazza devi essere consapevole di tutto. Noi cerchiamo sempre di fare del nostro meglio. A volte ci si riesce, a volte no”.
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