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Март
2024

Gino Cecchettin ospite in tv: «Giulia mi ha insegnato ad aiutare gli altri. Va spiegato che l’amore non è possesso»

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Gino Cecchettin ospite in tv: «Giulia mi ha insegnato ad aiutare gli altri. Va spiegato che l’amore non è possesso»

Gino Cecchettin ospite in tv da Fazio. Su Turetta: «Non lo cito mai nel libro. Ai genitori rinnovo il mio sostegno»

«Non ho voluto salire in cattedra. Ho fatto prima di tutto delle domande a me stesso e ho pensato che potessero essere utili anche per gli altri». Ma non solo. Già perché «l’obiettivo è anche finanziare una Fondazione per sostenere alcune associazioni attive nel territorio».

Davanti alle telecamere del canale tivù La Nove, intervistato da Fabio Fazio nello studio della trasmissione “Che tempo che fa”, Gino Cecchettin non nasconde la commozione quando parla dell’uscita del libro “Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia” scritto con Marco Franzoso (ed. Rizzoli).

Un libro che va oltre l’ennesimo femminicidio, quello della figlia. Un libro dove non si cita mai, per nome e cognome, il suo assassino, il 22enne padovano Filippo Turetta rinchiuso nel carcere di Verona per l’omicidio dell’ex fidanzata di Vigonovo avvenuto l’11 novembre 2023. «Ho deciso di concentrarmi su Giulia» ha spiegato il papà, «Era giusto ci fosse una memoria di lei. Per ricordare il suo carattere allegro, nel libro ho anche incluso dei suoi disegni che faceva quando c’era qualche festa o compleanno».

Gino Cecchettin dice che con i genitori del giovane «ci siamo sentiti scambiando dei messaggi per Natale. Rinnovo a loro il mio sostegno per il dramma che stanno vivendo». E ammette che «l’idea della Fondazione mi era venuta subito. Ma qualcuno mi ha ricordato un proverbio africano: “Se vuoi correre veloce, corri da solo; se vuoi correre lontano, vai in compagnia”. Ora stiamo contattando diversi enti per dare più respiro al progetto».

Il padre non è rimasto solo con il proprio dolore, anche se non è stato facile: «Quando tutto è finito, ho avuto la voglia chiudermi in me stesso» confessa, «Poi mi sono chiesto “che cosa avrebbe fatto Giulia?”».

E la memoria della figlia torna con forza: «Ho imparato tantissimo da Giulia» aggiunge, «Mi ha insegnato a essere altruista e a fare del bene, a non pensare solo alla mia utilità come era per me fino a qualche anno fa ... Da ognuno dei miei figli ho imparato. Anche da Elena: a essere forte».

Elena, la sorella di Giulia che ribadì con forza: «Quelli come Turetta non sono mostri, sono figli del patriarcato». «Sul tema ho avuto una lunga discussione con lei» ha puntualizzato papà Gino riconoscendo di essere stato «illuminato, analizzando anche il contesto sociale in cui sono cresciuto. Patriarcato significa senso del possesso di cose e di vite... Il genere maschile non vuole rinunciare allo status di padrone delle sorti familiari. Tuttavia i giovani» ha osservato parlando di una sessualità libera dal possesso, «capiscono meglio che cosa significa parità. E se c’è una speranza, è nei giovani».

Nel libro è citato un dato sconcertante: non in uno dei 195 stati sovrani del mondo c’è la parità salariale fra uomini e donne. «Per raggiungerla, serviranno 150 anni».

Intanto il 2 febbraio scorso a Giulia è stata conferita la laurea in Ingegneria Biomedica dall’Università di Padova: «Avrebbe dovuto laurearsi 5 giorni dopo la sua uccisione. Aveva già consegnato la tesi... Non so dove sia Giulia, di sicuro in quel momento è stata ricompensata degli sforzi fatti: è stato un momento emozionante che mi ha permesso di mettermi in contatto con lei». C’è un dato sconcertante: dall’1 gennaio a ieri sono 19 le donne vittime di femminicidio in Italia. E tra le ultime c’è Sara Buratin, la 41enne di Bovolenta, massacrata dall’ex compagno con una cinquantina di coltellate.











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