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Март
2024

Sfratto alla struttura per minori di San Vito a Trieste

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Sfratto alla struttura per minori di San Vito a Trieste

foto da Quotidiani locali

Era nell’aria, ormai, e adesso è cosa certa: la struttura di accoglienza per minori stranieri non accompagnati di piazza Carlo Alberto è in fase di chiusura. Il Comune, che ha tra le prerogative – per legge – la gestione dei ragazzini provenienti da altri Paesi e senza la famiglia, ha preparato il documento che sancisce la revoca dell’autorizzazione alla cooperativa Aedis.

Il motivo? Carenze di carattere strutturale e igienico sanitario: i funzionari del Comune e dell’Asugi, nel corso degli accertamenti, hanno riscontrato bagni non funzionanti, spazi ritenuti non sufficientemente adeguati, finestre e maniglie rotte, oltre a una pulizia generale «carente». A febbraio sono scaduti gli adeguamenti richiesti dal municipio. Nell’ultimo sopralluogo è stata rilevata la «non idoneità»; mancano anche i requisiti per l’eliminazione delle barriere architettoniche.

Sono dodici i ragazzini ospitati (trecento, complessivamente a Trieste, affidati a varie cooperative), per cui sarebbero già state avviate le pratiche per il trasferimento in altri alloggi.

L’assessore alle Politiche sociali Massimo Tognolli conferma: «In questo momento la struttura è in fase di chiusura a seguito delle verifiche di Comune e Asugi che rientrano nell’ambito dei sopralluoghi effettuati in questi mesi, anche congiunti con le forze dell’ordine, cioè Nas, Questura e Polizia locale, a dimostrazione che rimane alta la nostra attenzione sulle comunità di accoglienza presenti a Trieste».

Potrebbe essere la stessa cooperativa a ritirarsi autonomamente; anche perché, qualora procedessero gli uffici del municipio, i gestori non potrebbero più ottenere il servizio per tre anni.

La palazzina di piazza Carlo Alberto era peraltro entrata nelle cronache locali per un episodio grave: una rissa a colpi di spranghe e coltelli tra bande di migranti di giovane età: si erano affrontati a tarda sera, in strada. Una parte dei protagonisti alloggiava in quella casa di accoglienza. Uno dei ragazzi, in risposta all’aggressione, era salito nell’appartamento a prendere una pistola. Finta, fortunatamente, che poi avrebbe utilizzato per minacciare i rivali.

L’episodio, come si può immaginare, aveva creato un certo allarmismo in città. E, in particolare nel quartiere di San Vito. Notoriamente tranquillo e fino a quel momento estraneo a fatti del genere. Per la prima volta, invece, le risse tra migranti si erano clamorosamente spostate da piazza Libertà e dal Silos a un rione residenziale.

I controlli delle forze dell’ordine erano stati incrementati, aggiungendosi alle indagini sul caso condotte dalla Polizia di Stato. La vigilanza si era focalizzata proprio su quella struttura, che nei giorni successivi alla rissa era stata al centro anche di altre tensioni seppur di minore entità.











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