Scappa all’alt, fugge a 120 km/h e si schianta col suv: arrestato
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Ha urtato un’auto con una signora e un bimbo a bordo in via Colonna a Pordenone. Inseguito dalla polizia locale è finito in un campo, infine ha graffiato un agente
Arrestato in flagranza per resistenza a pubblico ufficiale dopo la fuga in centro a 120 chilometri orari e la colluttazione con la polizia locale. Notte movimentata a Pordenone mercoledì. Tutto è cominciato in via Trieste intorno alle 23.30.
Una pattuglia dei vigili urbani stava uscendo da piazzale Ellero dei Mille. Un suv ha sterzato bruscamente per evitare la pattuglia sgommando via alla vista della polizia. Subito gli agenti, vista la manovra anomala e repentina, hanno azionato la sirena bitonale per intimare all’automobilista di fermarsi, ma per tutta risposta quest’ultimo è fuggito via a forte velocità.
In via Cavallotti l’automobilista in fuga ha schiacciato l’acceleratore, tallonato dai vigili, raggiungendo i 120 chilometri orari. In via Colonna ha urtato un’altra auto: a bordo viaggiava una signora con un bambino, rimasti incolumi, seppur spaventati. Poi il fuggitivo è uscito di strada in un campo con la vettura davanti all’istituto scolastico Flora, in via Galileo Ferraris.
A quel punto il conducente, balzato fuori dall’abitacolo, ha tentato di sfuggire alla cattura, divincolandosi e graffiando a una mano un agente. Era stata però chiamata una seconda pattuglia in rinforzo. In quattro vigili urbani sono riusciti a bloccarlo. Adnane El Habid, 24 anni, residente a Tamai di Brugnera, è stato arrestato per resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale.
Il sostituto procuratore di turno Carmelo Barbaro gli ha contestato anche la guida in stato di ebbrezza e il rifiuto di sottoporsi all’alcoltest: il conducente ha fatto una sola prova all’etilometro, con un tasso alcolemico superiore a 1,50 grammi per litro, tre volte la soglia limite, poi non ha più voluto ripetere il test.
L’agente, graffiato alla mano sinistra, ha riportato una prognosi di due giorni per le lesioni. Dinanzi al giudice monocratico Piera Binotto El Habid è stato processato per direttissima. Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto l’applicazione della misura cautelare dei domiciliari per il giovane. L’imputato era assistito dall’avvocato Elisabetta Costa. Il processo è stato aggiornato al 20 marzo.