Gli chiede mille euro per uccidere l’uomo che maltrattava una loro amica: arrestato per estorsione
Durante una serie di incontri in un bar del Città Fiera di Martignacco il trentaquattrenne avrebbe proposto di assassinare il parente del suo interlocutore: a uno degli appuntamenti il 34enne si era presentato con un soggetto che aveva mostrato una pistola
UDINE. Sapeva dei maltrattamenti che stava subendo una loro comune conoscente. E aveva proposto di trovare una soluzione radicale per far cessare tali maltrattamenti: fare fuori il presunto aguzzino, letteralmente.
Giosch Caldaras, 34 anni, è stato arrestato martedì 12 marzo con l’accusa di estorsione, per aver con insistenza chiesto prima mille, poi 500 euro al conoscente a cui aveva prospettato l’ipotesi di assassinare il soggetto che dava fastidio alla loro amica.
Venerdì 15 marzo il giudice per le indagini preliminari Roberta Sara Paviotti ha convalidato l’arresto, concedendo al trentaquattrenne i domiciliari.
La prima denuncia risale a febbraio, quando la parte offesa nel procedimento aveva sporto denuncia spiegando che Caldaras lo aveva avvicinato, esprimendogli preoccupazioni per la compagna di un suo parente, che avrebbe a più riprese maltrattato la donna.
Durante una serie di incontri in un bar del Città Fiera il trentaquattrenne avrebbe proposto allora di assassinare il parente del suo interlocutore, chiedendogli in cambio mille euro: a uno degli appuntamenti Caldaras si era presentato con un soggetto che, durante la discussione, aveva mostrato una pistola infilata nei pantaloni.
Più volte, nel corso del mese successivo, Caldaras aveva reiterato la richiesta di soldi, spiegando di essersi interessato alla questione e dimostrando di accontentarsi della metà della cifra.
Martedì scorso Caldaras ha ottenuto i 500 euro, ma è stato poco dopo arrestato in flagranza di reato. «Affronteremo il processo consapevoli che non si tratta di estorsione – commenta l’avvocato Piergiorgio Bertoli, che con il collega Guido Galletti difende il trentaquattrenne –. Va valutato il ruolo della parte offesa, che forse non è quello della vittima».