Cambia genere: donna di Mantova stalkerizzata dai vicini
Le hanno rovinato la vita, in un periodo in cui stava provando con grande fatica e un dolore immenso, a cambiare radicalmente la vita di prima per costruirsene una nuova. Con nuove relazioni, nuovi vestiti, un nuovo corpo, un nuovo volto, e finalmente, con un nuovo nome. Un percorso tanto duro quanto desiderato, perché quel corpo maschile non l’aveva mai sentito come il suo. In mezzo al calvario tra farmaci, psicoterapia e interventi chirurgici sempre più pesanti, alle fatiche delle riabilitazioni, e del tener testa a sguardi e battutine meschine, sono arrivati loro, tre vicini di casa decisi a tormentarla. Con molestie, insulti, e perfino minacce con un coltello. Ottusi nella loro cattiveria gratuita.
Il processo
Li ha denunciati più volte, più volte ha chiamato le forze dell’ordine, fino a quando, nel 2021, terminato l’iter della transizione di genere, diventata finalmente una lei a tutti gli effetti, anche per l’anagrafe, li ha portati al processo con l’accusa di atti persecutori. I tre, un 75enne e un 70enne mantovano, e una 68enne originaria di Udine, sono comparsi davanti al giudice Antonio Serra Cassano all’udienza preliminare. I difensori hanno chiesto il rito abbreviato che si svolgerà a metà settembre. Lei nel frattempo è riuscita a cambiare abitazione.
Le accuse
Il capo d’imputazione non può che riassumere la lunga storia di angherie che il trio, alleato nella brutalità, l’aveva costretta a subire. Costretta a incontrarli quasi quotidianamente negli spazi comuni del condominio popolare dell’hinterland mantovano, ad ascoltare i loro insulti biechi, le offese, gli sberleffi sul suo abbigliamento, ad un certo punto, stanca e spaventata, aveva chiesto ospitalità ad un’amica, e si era trasferita in città, in attesa di trovare una nuova sistemazione. Siccome la ricerca non dava risultati, era tornata nella vecchia abitazione, sperando che la situazione fosse cambiata. Si sbagliava: gli attacchi erano aumentati, al punto che un giorno il 75enne, incitato dagli altri due, l’aveva minacciata con un coltello, gridando “vieni di qua, ti ammazzo, ti accoppo”.