Piaggio festeggia i 140 anni al Quirinale: una grande storia italiana
foto da Quotidiani locali
Il comunicato è asciutto, in perfetto stile istituzionale, l’emozione larga, come riverbera dalle fotografie e dal video che documentano la mattina speciale: il 27 marzo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale il presidente esecutivo del gruppo Piaggio, Matteo Colaninno, e l’amministratore delegato, il fratello Michele, in occasione dei centoquaranta anni dalla fondazione della società.
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Strette di mano, sorrisi e tanta curiosità per la prima Vespa prodotta nel 1946 e parcheggiata nel cortile del Quirinale: «Emozionante» si legge sulle labbra di Mattarella, in video. Insomma, un compleanno con i fiocchi, come merita la storia di un’azienda preziosa e iconica.
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L’inizio dell’avventura
È il 1884 quando Enrico Piaggio e il figlio Rinaldo fondano a Sestri Ponente (Genova) la Piaggio & C., dedicata a forniture e interni per navi. Con lo scoppio della Grande guerra, la produzione è convertita in aerei militari. Nel 1924 l’impianto viene trasferito a Pontedera (Pisa), dove ancora oggi ha sede l’azienda. Conclusa anche la Seconda guerra mondiale, con l’arrivo della pace si presenta la necessità di reinventarsi nuovamente.
Nasce la Vespa
È il 23 aprile 1946 quando Enrico Piaggio, affiancato dal geniale progettista aeronautico Corradino D’Ascanio, deposita il brevetto per un nuovo veicolo semplice ed elegante: nasce la Vespa, che in breve diventa il simboli della ripresa economica. In dieci anni ne vengono prodotte circa un milione, è l’inizio della sua commercializzazione nel mondo.
«Dagli anni ’50 Vespa rappresenta l’unione tra le generazioni - rivendica Piaggio - è libertà ed emancipazione, e ad essa dalla fine degli anni ’60 si affiancano il Ciao, il Bravo, il Boxer e il Sì, veicoli che hanno segnato l’adolescenza di migliaia di ragazzi». La Vespa si afferma come un’icona di stile, tanto da meritare la ribalta del MoMA di New York, che la espone come un’opera d’arte contemporanea.
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L’arrivo di Colaninno
Nel corso degli anni in Piaggio si susseguono diverse proprietà e gestioni, fino al dicembre 2003, quando l’imprenditore mantovano Roberto Colaninno (scomparso l’anno scorso) ne acquisisce il controllo e viene nominato presidente.
Inizia così un piano di rilancio, internazionalizzazione e innovazione che in vent’anni porterà il gruppo Piaggio a diventare «il principale produttore di scooter e moto europeo, tra i principali player a livello mondiale».
Nel 2004 il business delle due ruote si amplia con l’acquisizione di Aprilia e Moto Guzzi. Due anni più tardi il gruppo Piaggio viene quotato alla Borsa di Milano.
Il futuro? La prospettiva della robotica, declinata da Piaggio Fast Forward (a Boston) con il drone intelligente “Gita”, e la Vespa elettrica, lanciata nel 2018, in anticipo spinto sui tempi e le mode. Tra innovazione e tradizione.
I conti
Piaggio chiude il 2022 con un fatturato superiore ai 2 miliardi di euro, un utile netto di 84,9 milioni e più di 625mila veicoli venduti in tutto il mondo. Sono i risultati migliori di sempre.