Il festival Scienze e Virgola torna a Trieste e va alla ricerca della diversità
L’ottava edizione della rassegna apre il 16 maggio con un confronto al femminile tra Olivia Laing e Chiara Valerio
La diversità come vero e proprio carburante delle scoperte scientifiche, chiave per sbloccare nuove idee e approcci innovativi, fonte di forza e resilienza, ingrediente necessario all’evoluzione, nella vita così come nella scienza. Sarà questo il tema al centro dell’ottava edizione del festival Scienza e Virgola, in programma a Trieste dal 16 al 21 maggio prossimi.
Organizzato dal Laboratorio interdisciplinare della Sissa, per la direzione artistica dello scrittore Paolo Giordano, il festival, che verrà presentato ufficialmente martedì 16 aprile al Caffè San Marco, proporrà un cartellone strettamente legato alla visione “al femminile” di prospettive ed esperienze in ambito scientifico e letterario, ponendo al centro il valore della diversità per una scienza più libera e ricca.
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Si snoderà in diversi luoghi del Friuli Venezia Giulia, muovendosi in molti spazi differenti nel cuore della città di Trieste, con proposte nel segno della contaminazione culturale: incontri e dialoghi dedicati alla letteratura scientifica, ma anche eventi esperienziali e degustazioni, proiezioni e laboratori. Tutti accomunati da un fil rouge, l’importanza della diversità, che ricalca in parte quello proposto nella scorsa edizione del festival, dedicata alla democratizzazione della scienza: in comune c’è l’idea che solo l’inclusione del maggior numero possibile di prospettive ed esperienze diverse ci possa consentire di leggere e interpretare un mondo sempre più complesso.
«La diversità migliora la qualità della ricerca e della discussione pubblica sulla scienza - afferma Nico Pitrelli, responsabile scientifico e organizzativo di Scienza e Virgola – Un criterio fondamentale per riconoscere la conoscenza di cui ci possiamo fidare è l’apertura a punti di vista differenti: più ricca è la comunità che discute, più credibile è la scienza prodotta».
Perciò, spiega Pitrelli, in questa edizione del festival si è puntato alla valorizzazione della diversità, intesa anche come garanzia di affidabilità, nella produzione culturale e mediatica su temi scientifici, ambientali, sanitari e tecnologici, con una particolare enfasi sul ruolo e sui contributi delle scienziate, delle giornaliste, delle scrittrici. «Con il programma che abbiamo messo a punto per questa edizione di Scienza e Virgola vogliamo sottolineare l’ancora prevalente assenza di inclusione del genere femminile nel mondo della ricerca, ma anche la più ampia esigenza di una partecipazione estesa alla produzione e alla condivisione pubblica del sapere», annota Pitrelli.
Una filosofia che si rispecchia nell’evento d’apertura di Scienza e Virgola 2024, in programma giovedì 16 maggio alle 20.30 nella sala teatro Piccola Fenice di Trieste: a discutere di libertà e scrittura saranno, insieme al direttore artistico Paolo Giordano, due scrittrici di chiara fama, la britannica Olivia Laing e l’italiana Chiara Valerio.
La prima, scrittrice ma anche critica letteraria, firma del “Guardian” nota per il bestseller internazionale “Città sola”, al festival presenterà, in anteprima nazionale, la sua ultima fatica, “Il giardino contro il tempo”, che uscirà in Italia il 17 maggio edita da Il Saggiatore.
La seconda, editor Marsilio, è l’autrice del recentissimo “Chi dice e chi tace” (Sellerio), un giallo ambientato nel paese natale della scrittrice, descritto come un luogo in cui la diversità viene concessa solo ad alcuni e a certe condizioni.
«Inquietudine, curiosità vorace e anzi, inesauribile, spregiudicatezza nell'avvicinare mondi e discipline, insofferenza verso i meccanismi di controllo, e intelligenza in eccesso: sono solo alcune delle caratteristiche che accomunano Olivia Laing e Chiara Valerio - è la premessa di Giordano -. Scienza e Virgola proporrà un confronto inedito, unico e fieramente imprevedibile tra due scrittrici e intellettuali d'eccezione, verso i territori di ogni libertà, a partire dalle loro opere più recenti».
L’ultimo successo di Olivia Laing, “Il giardino contro il tempo. Alla ricerca di un paradiso comune” è un libro nato in tempo di pandemia, dedicato a una delle grandi riscoperte, intime e collettive, date dall’isolamento forzato: quella del piacere, dei costi e delle possibilità di un giardino, che è luogo d’incontro, esperimento e scoperta, trasformazione e speranza, opportunità di rigenerazione e salvezza.
Un territorio in cui la natura si mostra in tutta la sua salvifica biodiversità, come linfa vitale degli ecosistemi che li rende resilienti di fronte alle perturbazioni e capaci di guarigione. Per ricordarci come la diversità biologica sia la nostra stessa assicurazione sulla vita, fonte di nutrimento e fondamento per la sopravvivenza delle specie viventi.