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Март
2024

Incendio alla villa di Casalmoro: a processo i parenti

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Incendio alla villa di Casalmoro: a processo i parenti

foto da Quotidiani locali

Non c’erano mai stati dubbi sulla causa dell’incendio: il ritrovamento delle taniche, il fuoco partito da due punti distanti, e le telecamere che avevano ripreso un’auto con cinque persone a bordo allontanarsi.

Grazie alle indagini dei carabinieri di Castel Goffredo, i sospetti si erano concentrati su tre personaggi, parenti della proprietaria della villa andata a fuoco, in via XXV aprile a Casalmoro. Ora i tre, Maurizio, Francesco e Luca Mele, sono a processo accusati di incendio doloso, in concorso con altri due complici che non sono mai stati identificati.

Su tutti e cinque pesa anche l’accusa di aver sporcato la facciata dell’edificio con secchiate di vernice due giorni prima dell’incendio. I vigili del fuoco, all’interno dell’edificio, avevano trovato due distinti focolai: il primo in una delle camere da letto e il secondo in cucina. La villa era disabitata da anni, da quando il proprietario era morto.

Il movente

E starebbe proprio qui, secondo l’ipotesi dell’accusa, il movente del vandalismo e del successivo incendio. Il proprietario aveva lasciato il eredità la casa alla figlia biologica, escludendo l’altra figlia, avuta dalla moglie da un precedente legame. Una decisione che avrebbe fatto maturare del livore verso la privilegiata nell’animo del marito e dei figli della sorellastra.

Secondo alcune testimonianze, l’avevano minacciata già durante il funerale di suo padre, e uno dei tre, Maurizio, oggi detenuto per altra causa, voleva addirittura cambiare i manifesti funebri.

Accusa e difesa

Ad incastrare i tre, secondo il pubblico ministero Giorgia Dongili – che ha chiesto una condanna a 3 anni e 7 mesi ciascuno – oltre al movente esplicito, le riprese delle telecamere, con un’auto presa a noleggio da uno di loro, e le impronte di scarpe identificate vicino alla villa, corrispondenti, secondo i Ris, a quelle di un Mele.

Ma il difensore, Maria Grazia Lanzanova, ha sollevato circostanziati dubbi sulla compatibilità delle impronte rilevate nella relazione dei Ris. Considerazioni che hanno indotto la giudice Raffaella Bizzarro a rinviare la decisione al 10 aprile.











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