La Messa da Requiem di Verdi per celebrare la Settimana Santa a Trieste
TRIESTE Al Teatro Verdi di Trieste le recite di “Nabucco” in corso di svolgimento sono quasi tutte sold out e dunque, vista la straordinaria ‘voglia di Verdi’ dei triestini il sovrintendente Giuliano Polo ha deciso di offrire alla sua città un’esecuzione straordinaria del Requiem nel segno del motto “Più Verdi per tutti”, che avrà luogo oggi, alle 20, in coincidenza con il Giovedì Santo della settimana pasquale.
Ne saranno interpreti tre artisti impegnati nel “Nabucco” ovvero il soprano russo Olga Maslova, il tenore Carlo Ventre e il mezzosoprano azero Elmina Hasan, ai quali si aggiunge il basso Riccardo Fassi, già apprezzato Enrico VIII nella recente Anna Bolena.
Sul podio ci sarà il maestro catalano Jordi Bernàcer, fine conoscitore del titolo, che ha accettato con entusiasmo l’invito di ritornare a Trieste dopo la trionfale “Turandot” dello scorso anno.
«Sono davvero molto felice di ritornare a Trieste a dirigere questo concerto, che rappresenta per me un privilegio e una grande responsabilità. Mi sento fortunato – dichiara il maestro Bernàcer – per avere di nuovo l’opportunità di affrontare l’interpretazione di questo pezzo colossale e scoprire sempre nuovi dettagli, di avvicinarmi con una nuova visione, perché non sono lo stesso dell’ultima volta che l’ho diretto. E contemporaneamente sento una grande responsabilità per la straordinaria emozionalità di una musica che va direttamente nel più profondo di tutti noi».
Quale tipo di concertazione intende fare? Quale ritiene essere il momento più coinvolgente?
«Concertare la Messa da Requiem richiede una speciale attenzione all’equilibrio sonoro fra solisti, coro ed orchestra. L’organico orchestrale è straordinariamente ampio, elaborato e pieno di tanti colori. Troviamo sicuramente uno dei momenti più estremi, più brutali scritti per l’orchestra nel Dies irae e subito momenti di una delicatezza e sensibilità quasi cameristica».
Quale ritiene essere il momento emozionalmente più coinvolgente della Messa da Requiem di Verdi?
«Risulta difficile la scelta di un solo momento perché non c’è una sola battuta che non sia piena di emozioni, di dubbi, di domande. Anche se la partitura è strutturata seguendo i momenti della liturgia, il Requiem è un pezzo organico che fluisce e si sviluppa, e che forma un “tutto” impossibile da spezzare. Ogni singolo passaggio è necessario e insostituibile per cui il coinvolgimento emotivo perdura per tutta la partitura».
Maestro Bernàcer lei arriva a Trieste in diretta da quale produzione?
«Premesso che ritengo davvero molto importante combinare la lirica con il repertorio sinfonico, l’ultimo impegno è stata una tournée italiana dedicata alla musica sinfonica spagnola, in cui hanno trovato spazio autori come Joaquin Turina, Joaquin Rodrigo, Manuel De Falla e anche Garcia Lorca per un programma davvero molto apprezzato dal pubblico italiano».
Quale altra musica l’aspetta dopo il Requiem triestino?
«Parto immediatamente per Bari dove devo dirigere l’ “Angelo di fuoco” di Prokof’ev, brano musicalmente straordinario e di enorme difficoltà per tutti gli artisti. E poi mi aspetta, subito dopo, un altro grande capolavoro verdiano come il Don Carlo che andrò a dirigere alla Semperoper di Dresda».