Stallo sul Palabocce per il Ramadan a Monfalcone, chiesto l’ex mercato coperto
foto da Quotidiani locali
MONFALCONE. Resta in «sospeso» il giudizio sul bocciodromo di Panzano quale sede adatta – meglio: «accessibile e dignitosa», copyright by Consiglio di Stato – a ospitare il raccoglimento delle salāt, le preghiere dei musulmani. Perché questi ultimi non hanno avuto la «possibilità di visionare gli ambienti». Mentre vengono per la seconda volta di fila bocciati dalle due realtà associative islamiche i siti del parco giochi di Salita alla Rocca e del posteggio delle Terme romane, al Lisert, avanzati mercoledì nella sfera del tavolo di confronto epistolare dall’amministrazione Cisint. Non solo: la comunità, sempre attraverso l’avvocato di fiducia Vincenzo Latorraca, rilancia con una controproposta. E individua nell’ex mercato coperto di via della Resistenza, destinato nelle intenzioni del municipio a diventare una palestra inclusiva, una quarta possibilità
Le demolizioni finite a febbraio
A febbraio si erano lì concluse le demolizioni e veniva dato come in corso il montaggio delle pareti interne, sempre nell’ambito della realizzazione di due lotti funzionali per la riqualificazione dell’immobile: il cantiere dovrebbe terminare a settembre. Appare dunque difficile che, in assenza di collaudi e con interventi in itinere, l’ente, sempre dichiaratosi assolutamente ligio alle regole, possa acconsentire. Ma è chiaro che sul punto spetta solo al Comune esprimersi, nelle prossime ore.
La dinamica del confronto
«Certo – osserva Latorraca a margine di una nota stampa inoltrata ieri dopo le 17.30 – se il tavolo di confronto si fosse realmente istituito, posto che la modalità epistolare fa sorridere poiché sembra a noi una presa in giro, il Comune avrebbe potuto nell’immediato opporre i suoi rilievi». E la dinamica del confronto «in contraddittorio» tra le parti, come indicato dai giudici di Palazzo Spada, si sarebbe potuta esplicitare. Invece i sette giorni per l’individuazione dei siti alternativi si sono esauriti ieri e «le modalità attraverso cui l’amministrazione si è espressa non costituiscono il tavolo di confronto ordinato», «con spirito di reciproca e leale collaborazione»: valori che «ispirano la disciplina primaria dell’azione dei pubblici poteri». Si tratta anzi di «una modalità dilatoria che non ha consentito, nel termine imposto, di individuare la sede alternativa per il Ramadan», ancora Latorraca. E quindi? «Come legale – ha replicato al telefono – consiglierò ai clienti di tornare a rivolgersi al Consiglio di Stato». Insomma, il braccio di ferro continua.
Il venerdì santo
Intanto oggi, venerdì santo per i cattolici e giorno sacro per i musulmani, gli associati del Baitus Salat, dopo l’annullamento al Tar dell’ordinanza dirigenziale varata il 7 dicembre dal Comune, che ha ripristinato l’accesso nella proprietà del comprensorio ex Hardi di via Primo maggio, si recheranno al piazzale del rione Aris per la jumu‘a a turni, dalle 11 alle 15. Lo rende noto il presidente dell’associazione Rejaul Haq. L’opinione in merito dell’amministrazione è netta, veicolata ieri in una diretta social dalla sindaca Anna Cisint: «Non è una zona “S”». Cioè urbanisticamente adibita a luogo di culto. Niente salāt di massa, dal suo punto di vista. Anche perché «i residenti che hanno acquistato casa nel quartiere sapevano che lì c’è una zona commerciale», non di preghiera.
Ma il commento era prima delle decisioni arrivate ieri nel tardo pomeriggio attraverso un comunicato stampa firmato da Latorraca. Dove si legge: «Le associazioni, dopo un’analisi dei luoghi e considerate le necessità derivanti dall’esercizio collettivo della preghiera, hanno ribadito l’inidoneità dei luoghi all’aperto, mentre, in relazione al bocciodromo, ha sospeso il giudizio non avendo avuto la possibilità di visionare gli ambienti».
Il tavolo di confronto
Le comunità «hanno proposto, in alternativa, un luogo già utilizzato in passato per finalità temporanee di culto, ovvero l’ex mercato coperto, posto in luogo centrale ed accessibile, con la dotazione di parcheggi e dei servizi necessari».
Sempre il legale scrive che il giorno stesso della comunicazione della risoluzione del Consiglio di Stato, due giovedì fa, «le associazioni manifestavano la disponibilità al tavolo di confronto, invitando il municipio all’immediata attuazione delle ordinanze». Mentre martedì, cinque giorni dopo, «il Comune, senza istituire il tavolo di confronto, chiedeva di comunicare: il numero degli associati, i giorni settimanali in cui intendeva praticare la preghiera, gli orari dei giorni settimanali». Informazioni cui si è dato corso. E quindi la triplice proposta dell’amministrazione, particolarmente l’ultima: un «edificio, attualmente destinato al gioco delle bocce, con limite di capienza complessivo e contemporaneo di 99 persone, con l’esigenza di preservare i campi da gioco e con la necessità di costituire garanzie assicurative per eventuali danni e infortuni». Garanzie, rimarca a margine Latorraca, richieste «ancor prima di aver visionato il sito». Ai suoi occhi ancora «lungaggini», quindi, come la stipula della polizza, il cui espletamento, assieme agli altri provvedimenti, potrebbe richiedere un tempo non coincidente con l’esigenza di celebrare la festa di fine Ramadan, il 10 aprile.
«Di tale situazione – conclude la nota di Latorraca – le associazioni prendono atto, anche ai fini dell’ottemperanza delle ordinanze del giudice amministrativo».