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Nulla contro l’adolescente, ma il santo Carlo Acutis è già diventato un “gadget” pubblicitario

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Ora che è finita l’orgia dell’Happy Hour della santificazione dell’adolescente romano Carlo Acutis e del torinese Pier Giorgio Frassati, possiamo tirare qualche riflessione, scevra da qualsiasi ideologismo. Nulla contro l’adolescente, trasformato, suo malgrado, in “saggio sazio di anni e di esperienza”. Capisco che l’esigenza di trovare a ogni costo un santo da proporre ai giovani post Millennials, usi ad agir per social, internet e velocità supersoniche, abbia fatto perdere un po’ di lucidità ai proponenti e organizzatori, famiglia compresa. Infatti, come, in un bancomat, presa la decisione, si è trovato subito il “miracolo” opportuno, come avviene ormai da qualche tempo, in cui la necessità aguzza non solo l’ingegno, ma anche “i miracoli prêt-à-porter”.

Accanto all’Acutis, forse per dare quello spessore che l’adolescente “scientificamente” non poteva avere, l’officina del santificio ha tirato fuori Pier Giorgio Frassati, stagionato, dall’inizio secolo 1900, di ben 125 anni ca. Questa pratica è vecchia come il sistema clericale: avvenne con Pio IX, a cui per lenire il mal di pancia si volle affiancare nientemeno che papa Giovanni XXXIII, il papa della Pacem in terris (“La guerra è roba da pazzi”, dice così letteralmente al n. 67, testo originale), proclamato “Patrono dell’Esercito italiano”. Proprio così. La perversione ecclesiastica raggiunge vertici che nemmeno il demonio in persona sarebbe capace di immaginare.

Pier Giorgio Frassati fu un uomo a tutto tondo con un percorso di vita, di scelte e di impegni, sia sociali sia politici, formato alla scuola di quei grandi visionari che furono don Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi con cui imparò che l’economia non può essere “privatizzata”, ma deve vivere e respirare con ansia e anelito sociale, come poi dirà la futura Costituzione italiana, il cui art. 41 impone che essa non possa eliminare l’utilità sociale o recare danno alla salute, all’ambiente, alla libertà e dignità della persona umana. La sua attività in favore dei poveri con la Conferenza di San Vincenzo aveva questo fondamento e questa prospettiva, non era elemosina occasionale, ma progetto di vita. Fu ucciso a 24 anni dalla poliomelite fulminante, probabilmente contratta nei suoi diuturni contatti con i poveri.

Carlo Acutis, per il quale nutro un grande affetto, è scappato di mano perché, da subito, è diventato un “gadget” pubblicitario a uso di social e marketing. Per questo aspetto demoniaco, splende il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno che non esita a scalare o a sprofondare nell’abisso dell’indecenza e del ridicolo. Parroco & C hanno inventato il biscotto “Carletto all’amaretto”. Dice l’AI (Intelligenza artificiale): “È un biscotto a forma di aureola, ispirato all’amaretto, il dolce tipico di Saronno, e arricchito con gocce di cioccolato. Il biscotto, che richiama i gusti amati da Carlo, è stato lanciato il 3 maggio 2025 in occasione della messa del suo compleanno, con l’obiettivo di avvicinare i giovani ad Acutis”. Amici che vivono da quelle parti mi dicono che l’orgia biscottata dilaga come un fiume e il Santuario è diventato un mercato.

Speriamo che i dazi trumpiani non scoraggino l’esportazione all’estero per degustare la santità adolescenziale con un “amaretto a forma di aureola”. Si può cadere più in basso? Così si avvicinano i giovani alla fede, al vangelo, a Gesù? Con una fiera culinaria, degna della peggiore tv mangereccia in un mondo che muore di fame, nel tempo in cui i bambini e gli adolescenti a Gaza sono accerchiati dai devoti che “difendono i valori cristiani” e condannati a morire per fame e sete?

Il messaggio devastante che passa per l’ignaro Acutis, è l’idea di Eucaristia, ridotta all’ostia consacrata da adorare e venerare. Siamo in pieno giansenismo, che pure fu condannato, a più riprese dalla Santa Sede (l’ultima condanna fu la bolla Unigenitus Dei Filius di Clemente XI nel 1713: ci sarebbe molto da dire sul metodo e la scrittura materiale di questa bolla, scritta a quattro mani dal papa e dal re libertino Luigi XIV, le roi soleil). Si capisce il successo di Acutis, usato dai nostalgici che vogliono abolire il concilio ecumenico Vaticano II, anche quel poco che resta, per tornare a un passato anacronistico e antistorico. Ritornando alla tradizione antica, il concilio ci ha insegnato che l’Eucaristia è la celebrazione del raduno dei poveri per spezzare il pane a tutte le genti. È il modello di una società smarrita, convocata alla mensa di comunione per spartire insieme e realizzare ogni giorno il miracolo della moltiplicazione del pane, come sta avvenendo per Gaza nella società civile, non nei governi.

Per 1100 anni l’Eucaristia non è stata mai proposta come adorazione. La festa del Corpo del Signore nacque come devozione privata della suora belga Giuliana di Mont-Cornillon (1193-1258). Fino ad allora il memoriale dell’Eucaristia si celebrava solo nel Giovedì Santo “in Coena Domini”. La ricorrenza, sempre in forma privata, fu diffusa da ecclesiastici, in Francia, Germania e Italia, dove, Urbano IV, impressionato dal cosiddetto “Miracolo di Bolsena”, senza alcun fondamento storico, istituì la festa e ne promosse il culto, fino a Giovanni XXII che nel 1318 introdusse la processione del Corpus Domini, estendendola a tutta la Chiesa.

Per quasi 1300 anni la Chiesa non conservò l’Eucaristia se non in casi eccezionali (malati e carcerati), non aveva tabernacoli e adorazioni, ma solo la celebrazione centrato sul concetto di “sacrificio” (formalizzato dal concilio di Trento), ma oggi inconsistente dal punto di vista teologico, esegetico e storico, perché è venuto meno la forma teologica e biblica del «peccato originale» sulla cui espiazione si basa il sistema complessivo, anche eucaristico della dottrina cattolica. Se non si vuole morire asfissiati, bisogna camminare con la verità che via via si precisa, si chiarisce e matura (“Gesù cresceva in sapienza, età e grazia”, Lc 2,52).

Servirsi di un adolescente, figlio del catechismo del suo ambiente, che evidentemente era ancora quello di Pio X, per tornare indietro è oscurantismo e anche un processo immorale. Lasciate gli adolescenti ai loro giochi o al loro pc, ma non fatene un mostro di santità perché non gli fate e bene e non avvicinate nessuno a nessuno. Indietro non si torna: è una legge divina, confermata dalla legge naturale e dalla legge della scienza. Adoratori di Acutis, rassegnatevi, la storia non si ferma, ma travolge.

L'articolo Nulla contro l’adolescente, ma il santo Carlo Acutis è già diventato un “gadget” pubblicitario proviene da Il Fatto Quotidiano.















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