LBA UnipolSai 7ª ritorno 2023-24: un Besson da premio Oscar, Varese vince il match salvezza contro Brindisi

di Michele Longo (Vox&One podcast)

Masnago (VA), 10 marzo 2024 – Il basket è uno sport per certi versi può anche essere semplice. Basta saper analizzare le mosse dell’avversario, trovare le giuste contromosse, reggere nei momenti duri e non avere la mano che trema quando la palla scotta. Varese ha avuto tutte queste cose, Brindisi no. 

Finisce 81-73 per i biancorossi, questa sera in verde per la green night, ed è una vittoria pesantissima perché ribalta il doppio confronto e mette Varese in una posizione tranquilla, ben distante dalla zona calda. Per Brindisi invece è l’esatto contrario. I pugliesi attendevano questa partita per capire se gli interventi fatti sul mercato fossero sufficienti per compensare le mancanze croniche di questa squadra. La risposta è però negativa e ora il baratro è proprio li dietro l’angolo. 

Dopo un primo tempo giocato molto bene, con una difesa eccelsa e fisica sugli esterni di Varese e dopo aver raggiunto anche il +8 nel terzo quarto, come sempre, Brindisi si è sciolta alla prima difficoltà. Incapace di leggere gli aggiustamenti tattici di coach Bialaszewski, la squadra di coach Sakota, di certo non brillantissimo oggi,  è caduta nei soliti errori che hanno caratterizzato la finora infausta stagione: incapacità di reagire nei momenti di difficoltà, perdita di lucidità e soprattutto mancanza di carattere nei momenti decisivi. 

La partita ha avuto il suo momento decisivo nel terzo quarto quando, sotto di 8, Bialaszewski, coadiuvato da un Mannion molto più grande di quanto le cifre dicano, ha capito che la difesa di Brindisi andava attaccata con le penetrazioni. Fino a quel momento la pressione alta sulla palla e l’aggressività del lungo sul pick’n roll avevano messo seriamente in difficoltà l’attacco biancorosso, stancato le fonti di gioco principali e costretto Varese a prendere tiri da tre con poco ritmo e mani in faccia. 

Una volta letti i movimenti difensivi di Brindisi, Mannion ha iniziato a cercare sempre più frequentemente la penetrazione con ottimi risultati. Ciò ha mandato la difesa nel caos, costringendola a collassare e lasciando in questo modo più libertà ai tiratori da tre che hanno potuto martoriare la retina con maggiore continuità. 

Inoltre il terzo fallo di Spencer, che poteva essere un brutto colpo per Varese, si è trasformato in un bonus non da poco, con Bialaszewski che decide di andare small ball e Brindisi incapace di adattarsi in attacco, grazie anche una difesa mista tra uomo e zona che Sakota e Washington non hanno mai letto, e anche in difesa. 

Se il terzo quarto chiuso a +7 (63-56) dopo il -8 iniziale ha avuto Nico Mannion come grande protagonista, l‘ultimo quarto è stato ad appannaggio di un Besson extralusso. Il francese, arrivato nello scetticismo di molti per sostituire Hanlan volato a Mosca, ha avuto bisogno di una sola partita per adattarsi. Dopo l’ottima partita contro Nymburk in Europe Cup, ha sfoderato un’altra signora prestazione alternando tiro da fuori a ottime penetrazioni e presenza a rimbalzo sfruttando la sua fisicità. 

Brindisi ha anche avuto la possibilità di andare a -1 a poco più di un minuti dalla fine, ma la mano di Laszewski ha tremato più di una foglia secca esposta alla tramontana brindisina e il tiro con metri di spazio si è spento sul ferro. Finisce con Varese che riesce anche a ribaltare la differenza canestri e si mette in una posizione decisamente tranquilla in cui può guardarsi più davanti che dietro. 

QUI VARESE – Ne sono state dette tante su Scola e Bialaszewski quest’anno, ma la realtà è che Varese si avvia ancora una volta a una salvezza tranquilla, ottenuta senza grossi patemi. Ok le scelte di inizio anno nono sono state troppo felici, anche perché fatte per un allenatore che ha poi lasciato la baracca a mercato ultimato. 

Il modo in cui si è messa una pezza è stato ineccepibile, arrivato con i tempi giusti e soprattutto gli interpreti giusti. L’ultimo innesto di Besson ne è la controprova e dimostra che a Varese si fa scouting di alto livello. Perdere un perno come Hanlan in questo momento della stagione sarebbe stata una disgrazia per chiunque, loro invece sono riusciti a rimpiazzarlo nel miglior modo possibile.

Oggi però grande merito va dato anche a quel signore che si siede in panchina, sempre silenzioso, quasi timido, che però ha letto la partita alla perfezione e trasformato il punto di forza di Brindisi in una debolezza. La scelta di sfruttare il vuoto lasciato nel pitturato e la decisione, seppur obbligata, di andare small ball hanno deciso la partita e consegnato a Varese una primavera più che tranquilla

QUI BRINDISI – Cambiano i giocatori, cambiano i coach, ma i problemi di Brindisi restano sempre gli stessi: poca lucidità e compattezza nei momenti in cui le cose in partita non vanno come pianificato. Così anche oggi, come tante altre volte nel corso della stagione, la squadra si è sciolta nel primo momento di difficoltà e, quando ha avuto le possibilità per rientrare in partita, ha sprecato tutte le occasioni che le si sono presentate.

Le domande da fare a coach Sakota sono tante. A partire dal perché della rotazione a 7 nella partita più importante della stagione, cosa che ha portato Bartley e Washington a essere decisamente poco lucidi a fine partita. Perché Riismaa, uno dei migliori difensori a roster, è letteralmente scomparso da quando si siede lui sulla panchina e soprattutto perché non dare un ruolo chiaro a Laquintana e Lombardi in questo roster. Non stiamo parlando sicuramente di due giocatori in grado di ribaltare le sorti di una partita, anche se il primo a Pesaro è stato più che utile, ma perché decidere a prescindere di lasciarli in panchina per tutta la partita?

Dall’altra parte gioca Scott Ulaneo, vecchia conoscenza del basket brindisino, di certo non un giocatore in grado di fare la differenza in LBA. Eppure, Bialaszewski ha saputo ritagliarli spazio, adattarlo al suo gioco e metterlo in condizioni di rendere al massimo nei pochi minuti che ha a disposizione. Come oggi per esempio.

Dopo aver avuto un play, una guardia e un centro, così come chiesto alla società, è francamente assurdo che in conferenza stampa faccia riferimento alle “maggiori rotazioni” degli avversari. Soprattutto se è lui a decidere di non usare 3/5 della sua panchina.

A tutto ciò si è aggiunta l’incapacità di cambiare game plan quando gli avversari avevano capito come scardinare la rocciosa difesa che tanto bene aveva fatto nella prima metà di partita. Se prima la salvezza aveva le sembianze di un miracolo, ora ha sempre più quelle dell’utopia. Tutti gli scontri diretti in svantaggio, 4 punti da recuperare sulla terzultima (che in realtà sono 6 per il pesante passivo nella sconfitta di andata) e un calendario in salita con trasferte su campi difficilissimi quali Scafati, Pistoia e Reggio Emilia

Openjobmetis Varese – Happy Casa Brindisi

Parziali: 15-16, 20-22, 28-18, 18-17

Openjobmetis Varese by Roberto Vedani

#4 Nico Mannion 6,5: un po’ impreciso ma fondamentale nel terzo quarto  quando Varese va sotto di 8 

#6 Scotto Ulaneo 6,5: bene in difesa, 5  rimbalzi  

#7 Skylar Spencer 6,5: molto bene in difesa ma tira poco 

#8 Andriu Thomas Woldetensae 6: benissimo in difesa e segna una bomba  che fa impazzire  i 5000 di Masnago  

#11 Davide Moretti 7,5: dopo l’ottima prova di mercoledì si ripete  

#18 Niccolò Virginio ne 

#22 Sean McDermott 5: il capitano non si vede in attacco nonostante i 32 minuti in campo  

#25 Hugo Besson 8: l’ultimo arrivato gioca una grande partita in attacco e recupera 7 rimbalzi  

#37 Leonardo Okeke ne: 

#44 Gabe Brown 7: segna punti importanti nei momenti decisivi

Happy Casa Brindisi 

#1 Jamel Morris 6,5: prende tanti tiri 18 con basse percentuali, ma è quello più lucido nelle scelte

#4 Niccolò Malaventura ne :

#10 Xavier Sneed 7,5: come al solito il migliore di Brindisi. Commette subito due falli ed è bravissimo a contenersi garantendo sempre una difesa eccelsa. Si conferma un lusso per questa squadra

#11 Nate Laszewski 5: unica presenza a rimbalzo della squadra per lunghi tratti, ma solite importanti amnesie difensive. Tira malissimo e sulla tripla che poteva portare Brindisi a -1 ha dimostrato quanto ancora debba crescere in termini di personalità

#12 Andrew Smith 4,5: pessima partita. Dimentica come fare il taglia fuori e regala una quantita abnorme di rimbalzi in attacco. Sembra sempre fuori posizione e poco incisivo. In attacco alterna movimenti interessanti a pietrate degne del miglior Fred Flinstones

#13 Joonas Riisma sv

#17 Fadilou Seck ne

#21 Eric Lombardi ne

#24 Frank Bartley 5,5: difende alla grande questo va detto, ma caro Frank il basket è un gioco di squadra con la palla che gira tra le mani di tutti per poi riuscire a prendere il miglior tiro possibile. Nel primo tempo ciò è successo e non a caso il suo tabellino recitava 10 punti. Nel secondo tempo, complice anche la stanchezza, no e lo si è visto sparacchiare fuori fase e senza ritmo.

#26 Jordan Bayehe 6,5: mezzo voto in meno per la schiacciata sbagliata su un cioccolatino di Washington, ma è una presenza costante in difesa, nei tagli in attacco e, nel secondo tempo, anche a rimbalzo offensivo. 

#33 Eric Washington 6+: è senza dubbio molto abile a crearsi il tiro dal palleggio e lo fa anche molto bene, così come in difesa dimostra di avere mani veloci. Però oggi è risultato troppo confusionario (6 palle perse di cui 3 sanguinose) e soprattutto letture assolutamente da rivedere nel finale.

Michele Longo

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