Bob, sui tempi l’allarme degli ambientalisti. Simico: «Niente operai? Ora non servono»
«È in corso la preparazione del cantiere, la presenza massiccia di personale quando inizieranno le gettate di calcestruzzo»
Confermando la nuova protesta del 13 aprile, le associazioni ambientaliste dell’Alto Bellunese sostengono che «a quasi due mesi dalla consegna dei lavori della pista da bob all’impresa Pizzarotti di Parma (18 febbraio 2024, ndr), a parte una recinzione, nulla denota l’avanzamento dell’opera, che infatti non è ancora iniziata; ed è ovvio, dato che non è ancora pronto il villaggio provvisorio che dovrà ospitare a Socol i circa 200 operai reclutati».
Tra la Simico, che ha assegnato l’appalto, ed il gruppo Pizzarotti l’interlocuzione, a quanto si sa, è in pratica quotidiana. E, in base alle reciproche informazioni, da Simico si fa sapere che «il cantiere della pista procede come da programma, nonostante i giorni di interruzione per neve».
Si specifica che in questa prima fase era prevista un’attività di preparazione del cantiere stesso; di predisposizione dell’area e di consolidamento della stessa, in particolare della base del manufatto. Sarebbero in corso in particolare delle infiltrazioni di calcestruzzo nel terreno. Tutte operazioni che richiederebbero un numero contenuto di personale.
«A Socol, ad oggi, troviamo solo qualche container e una distesa di fango. Eppure, l’impresa Pizzarotti», sottolinea il coordinamento delle associazioni, «ha a disposizione meno di un anno per realizzare la pista che deve essere pronta per il collaudo a marzo 2025. Non ci sembra di rilevare quella fretta che i ristretti tempi esigerebbero, come sottolineato dal Cio a Venezia il 23 febbraio».
Sempre da ambienti Simico si informa che, come da programma, la presenza massiccia di lavoratori è prevista più avanti, quando appunto si cominceranno le gettate di calcestruzzo e si provvederà alla composizione della condotta. Il che avverrà tra estate e inizio autunno. La manifestazione di sabato 13 vedrà un primo momento di riflessione a voce alta, verso le 10, a Socol. Seguirà un flash mob lungo la pista ciclabile fino in centro a Cortina, presumibilmente in corso Italia, davanti al municipio, dove si tireranno le conclusioni. La manifestazione ha lo scopo di sollecitare anzitutto la definizione del piano di legacy.
«A Venezia Christofer Duby, direttore CIO dei Giochi Olimpici, ha affermato che “ci sarà un piano dettagliato per la legacy che verrà presentato. Ci sta lavorando la Regione e la sua versione finale sarà pronta a stretto giro”. Dove è questo piano», si chiedono le associazioni, «è pronto? Tutto tace. Come tutto pare tacere a proposito del villaggio per gli atleti che dovrebbe sorgere nella piana di Fiames, della Medal plaza sotto il trampolino e del nuovo impianto di risalita ex Polveriera-Socrepes».
Il coordinamento ambientalista ribadisce infine un fermo no «all’assalto al territorio che si sta compiendo a dispetto dei sani principi di sostenibilità enunciati nel dossier olimpico e nelle direttive del Cio. Inoltre denunciamo ancora una volta la scarsa trasparenza, il grande impatto sull’ambiente, la dubbia eredità positiva per i territori interessati. Buoni affari per qualcuno, certo, ma non per la montagna».