Il mestiere del casaro piace tanto ai giovani: esaurito in poche ore il corso di Coldiretti
foto da Quotidiani locali
Il formaggio e il suo mercato sempre più forte attraggono le aziende agricole bellunesi. Lo testimoniano le tante richieste per partecipare al corso di casaro organizzato da Coldiretti, un percorso di 60 ore tra teoria e pratica che partirà il 10 aprile e che è andato esaurito in poche ore. «Abbiamo aperto le iscrizioni martedì e già l’indomani avevamo raggiunto il numero massimo di corsisti, cioè dieci. E così è stato chiuso», precisa il vice direttore dell’associazione degli agricoltori Michele Nenz.
«I corsisti sono perlopiù rappresentanti di aziende agricole del territorio, dal Cadore all’Agordino alla Valbelluna, ma ci sono anche un paio di aziende della Marca Trevigiana», prosegue Nenz.
Le lezioni, finanziate da fondi Fse, saranno gratuite e si svolgeranno in parte alla latteria Valmorel e in parte alla latteria Casada di Santo Stefano. «Nella prima azienda i corsisti potranno sperimentare la produzione perlopiù dei formaggi mezzani e stagionati, nella seconda quelli a pasta molle», conclude il vice direttore.
«Si tratta di aziende che vogliono ampliare il raggio di azione della loro attività e diversificare», sottolinea la presidente di Coldiretti Belluno, Chiara Bortolas. «In questi percorsi rientrano allevatori di capre e di pecore, allevamenti che vanno per la maggiore perchè si tratta di prodotti meno grassi, sia di mucche da latte. Sono delle alternative anche per chi pensa di aprire un agriturismo».
Per Bortolas in provincia di Belluno si registra un rinnovato interesse per la produzione in proprio del formaggio, un prodotto che ha un mercato interessante interno, cioè dentro la provincia: «Sono molti i ristoranti dove vengono utilizzati i formaggi del territorio. Ma gli imprenditori dovranno guardare anche al di fuori dei loro confini».
La presidente di Coldiretti sottolinea come questo passo in avanti delle aziende agricole nasca soprattutto dal fatto che in molti tra coloro che hanno iniziato ad allevare qualche anno fa animali da latte, si sono creati una nicchia di mercato per la vendita dei loro prodotti: «La richiesta è maggiore di quanto riescono a produrre ed è per questo che spesso vogliono andare oltre, mettersi alla prova».
La maggioranza dei partecipanti al percorso di formazione è composta da giovani: titolari, figli o nipoti di imprenditori che stanno entrando nell’azienda nel normale turnover generazionale.
Produrre il formaggio in casa significa non dover più conferire il latte alle varie latterie: per farlo, però, servono le attrezzature adeguate, i luoghi idonei come la cantina per la stagionatura. «Ecco perchè i corsi li facciamo nelle latterie del territorio, perchè i corsisti possano rendersi conto di quello che è necessario per la produzione del formaggio. Dopo aver partecipato alle nostre lezioni potranno poi decidere di guardare avanti facendo qualcosa di diverso. Quello che conta è che coloro che parteciperanno al corso di formazione abbiano già le idee chiare sul tipo di acquirente che vogliono raggiungere, visto che il più delle volte hanno già un loro giro d’affari. Persone che incontrano magari durante le vacanze estive e che poi servono ancora durante l’anno. Sono molte le aziende agricole che hanno creato un rapporto forte con i loro acquirenti tanto da fare consegne per tutto l’anno, magari stabilendo un luogo dove incontrarsi a metà strada».