Feltre, in ospedale arriva il Fibroscan per le patologie al fegato
Un altro passo in avanti per tenere sotto controllo le malattie del fegato – che nel distretto feltrino per quelle oncologiche hanno il tasso di mortalità più alto di tutta la regione – può essere intrapreso da Gastroenterologia che è stata dotata, su input dell’associazione Il Filo di Arianna, di un Fibroscan ecografo di ultimissima generazione. Un acquisto del valore di 80 mila euro al quale hanno contribuito la Cassa di Fassa, Primiero e Belluno con 60 mila euro e l’azienda Vemer di Villapaiera con 5 mila euro, con la parte restante in capo al sodalizio.
Ed è di giovedì la consegna del prezioso strumento che consente di monitorare lo stato del fegato cirrotico e gli indurimenti delle fibre. Seicento i pazienti in cura al Santa Maria del Prato per patologie al fegato. Dalla fondazione del sodalizio Il Filo di Arianna, datata a oltre vent’anni fa, gli investimenti fra nuove tecnologie e formazione degli operatori può essere quantificata in 400 mila euro, ha confermato il presidente Antonio Bortoli che fa leva sull’interesse degli imprenditori locali – lo dimostra anche questo ultimo acquisto – per il potenziamento di un reparto di eccellenza.
«Questo strumento avrebbe fatto gola anche ad altre Ulss», ha rimarcato il commissario Giuseppe Dal Ben ringraziando la comunità feltrina per l’attaccamento al proprio ospedale. Un reparto dotato di intelligenza artificiale, di nuova piastra endoscopica, ha rincarato il presidente del Filo di Arianna, «che dà la misura di quanto l’Ulss Dolomiti abbia compreso fin da subito l’importanza di questa struttura operativa e l’abbia portata al riconoscimento regionale».
Fibroscan
Il Fibroscan è uno strumento simile a un ecografo che attraverso la misurazione delle velocità di propagazione di onde elastiche del fegato è in grado di ottenere una stima delle rigidità dell’organo e quindi lo stato di avanzamento della epatopatia. Questa la premessa. Il responsabile di Epatologia Marco Tollardo ha parlato del Fibroscan come di un metodo agevole e attendibile per testare la fibrosi (cioè l’indurimento delle fibre nel fegato).
«La tecnologia di cui disponiamo oggi ci permetterà di attuare misure di diagnosi precoce e gestione più facile delle malattie. Rispetto alla biopsia epatica che per alcuni casi si pone comunque come necessaria, il vantaggio del Fibroscan è di essere una soluzione non invasiva, sicura e rapida anche per donne in gravidanza e pazienti portatori di pace-maker o altri dispositivi sottocute. Ha anche il vantaggio di ottimizzare le risorse eleggendo i pazienti che hanno più bisogno di un’indagine di questo tipo».
Aziende pro ospedale
A mettere la fetta più grossa del finanziamento è stata la Cassa di Fassa Primiero e Belluno, quale segno di vicinanza al territorio, come ha detto il presidente Carlo Vadagnini con l’aggiunta del suo vice Alessandro Scopel che non è questa la prima volta che si provvede ai bisogni del Santa Maria del Prato: qualche anno fa la donazione di un ecografo per Nefrologia e in tempi di pandemia la dotazione di un sistema per l’analisi dei tamponi molecolari.«Sappiamo che la sanità ha bisogno di aiuto e quello che possiamo fare lo facciamo più che volentieri», ha concluso il presidente Vadagnini.
Anche la ditta Vemer che opera da quarant’anni in zona industriale di Villapaiera e colloca un centinaio di lavoratori, per bocca del suo direttore Marco Gasparini, ha ringraziato il Filo di Arianna per il coinvolgimento in un’operazione, quella dell’acquisto dell’ausilio «di cui beneficerà la comunità dei pazienti».
Fibroscan resterà al Santa Maria del Prato. Questa l’ultima parola del presidente di Arianna, Antonio Bortoli: «C’è una destinazione d’uso vincolata, sottoscritta da più parti a cominciare da chi ha fatto di tutto e continuerà a fare per l’attrattività su un grande ospedale».