Emergenza idrica: nell’elenco dei lavori priorità al Corlo, il Vanoi non c’è
I cantieri con cui si parte nel distretto Alpi orientali. All’appello manca anche l’intervento previsto a Bastia: al lago del Corlo invece si procede spediti
Mentre il progetto della diga del Vanoi è ad oggi confinato a dibattito politico, sono gli interventi sulla diga del Corlo a mettere la freccia.
Questi ultimi sono inseriti fra i quindici prioritari, nel Distretto di Bacino Alpi orientali, nella relazione del Commissario straordinario nazionale, Nicola Dell’Acqua, per l’adozione di interventi urgenti connessi al fenomeno della scarsità idrica.
Si tratta della seconda relazione, che il Commissario ha prodotto il 27 febbraio e che è stata presentata nella terza seduta della cabina di regia per la crisi idrica che si è tenuta il 19 marzo.
Si trova pubblicata sul sito dedicato all’attività del Commissario e conferma le criticità nella gestione degli invasi, in parte già evidenziate nella prima relazione, e in generale, delle infrastrutture dell’approvvigionamento idrico primario, ovvero quelle a monte dei settori di impiego dell’acqua (civile, irriguo, industriale).
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Le criticità gestionali in parola determinano una maggiore vulnerabilità del paese rispetto ai cambiamenti climatici.
Nella relazione sono state individuate tre principali attività per il contrasto al cambiamento climatico: il finanziamento delle opere prioritarie, l’elaborazione di bilanci idrici aggiornati e di dettaglio (a livello di distretto o sub distretto) e la proposta di estensione di una governance regolatoria per l’approvvigionamento idrico primario.
Le opere nel Bellunese
Le opere prioritarie sono quindici, nel Distretto Alpi Orientali, per poco meno di 644 milioni di euro. Non c’è la diga sul Vanoi, opera che era stata definita “urgente” nel piano che la Regione aveva inviato circa un anno fa (era maggio 2023) al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per fronteggiare la siccità, e che prevedeva interventi da oltre due miliardi di euro.
La diga sul Vanoi sarebbe costata 150 milioni, secondo le stime di allora.
Fra le opere prioritarie non c’è nemmeno la galleria scolmatrice presso la diga di Bastia, per il recupero della limitazione di invaso dovuta a rischio esondazione a valle, per 20 milioni di euro.
È rimasto nel piano, invece, l’intervento sulla diga del Corlo (Arsiè), che prevede la modifica degli scarichi per il recupero della limitazione di invaso. Opera che un anno fa si stimava sarebbe costata 88 milioni di euro, mentre nell’allegato alla seconda relazione del Commissario è salita a quasi 108 (107.360.000). Il soggetto attuatore è la Direzione Difesa del Suolo e della Costa.
Le opere prioritarie
Nel Bellunese non sono ritenute prioritarie, in questa relazione del Commissario Dell’Acqua, altre opere. Ci sono invece l’impianto pluvirriguo di Bassano del Grappa (5,3 milioni di euro), quello di Maragnole in comune di Breganze (Vicenza, 5.250.000 euro) e quello di Medoaco – 2° lotto funzionale (Vicenza, 5,6 milioni).
C’è poi la trasformazione irrigua di 780 ettari della zona di Vamporazze, comuni di Bressanvido e Sandrigo (Vicenza, 8,4 milioni). Di questo opere soggetto attuatore è il Consorzio di bonifica Brenta.
Il Consorzio di bonifica di secondo grado Lessinio Euganeo Berico è invece soggetto attuatore di due opere: i lavori di ripristino della funzionalità della condotta irrigua Lebbino afferente l’area termale e dei nodi di regolazione e distribuzione idraulica minori (8,5 milioni); lavori di ripristino della funzionalità idraulica del canale irriguo sotterraneo Guà – Bacchiglione (8 milioni).
Friuli Venezia Giulia e Consorzio Piave
In Friuli Venezia Giulia è ritenuto invece prioritario costruire una condotta di collegamento fra il canale Sade e il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento, per il recupero parziale della portata di scarico della centrale di Somplago (Udine, 105 milioni), ma anche realizzare una galleria scolmatrice fra gli invasi di Cà Zul e Cà Selva (75,7 milioni) ed effettuare lo sghiaiamento del serbatoio di Barcis e di Ravedis (113,7 milioni).
Il Consorzio di bonifica Piave si occuperà di interventi di impermeabilizzazione dei canali principali, installazione di misuratori di portata lungo la rete e regolazione dei consumi (25,7 milioni) e della riconversione del sistema irriguo da scorrimento a pluvirrigazione degli impianti Vedelago nord e sud (due interventi per complessivi 129.690.000 euro).
Altri interventi prioritari, sempre in base all’allegato alla relazione del Commissario, sono quelli sul bacino Brian (20.150.000) e sulla dorsale Albano-Loncon (25 milioni).