Accoglienza dei migranti nel Bellunese: mancano cinquanta posti letto
I migranti stanno continuando ad arrivare al ritmo di un paio a settimana per ora ma la situazione preoccupa non poco la Prefettura di Belluno che quest’anno si trova a gestire l’accoglienza con almeno cinquanta posti in meno dell’anno scorso.
Un ritorno al passato per Palazzo dei Rettori che pensava di essere tranquilla per l’emergenza umanitaria e che ora invece sta lavorando a dei bandi per trovare soprattutto le strutture dove ospitare gli stranieri. Ma l’impresa non è facile.
La situazione nel Bellunese
A fine aprile chiuderà il centro di accoglienza straordinaria (Cas) di Lamon che ospita 25 persone ed entro metà maggio quello di Cavassico a Borgo Valbelluna che ne accoglie 16, mentre è già chiuso dall’inverno quello di via Medil in Nevegal che ne conteneva una quindicina. Gli sbarchi intanto in Italia stanno aumentando, complice la buona stagione e le condizioni economico-sociale mondiali.
«I posti nei Cas stanno andando ad esaurimento», commenta la vice prefetta aggiunta Rossella Caruso che si occupa della tutela dei diritti civili, di cittadinanza e di immigrazione.
«Stiamo per ora cercando di recuperare i posti nei centri attualmente aperti sfruttando il normale turn over di chi va via o di chi esce perchè ha trovato un lavoro. Ma la situazione resta critica. Speravamo che quest’anno si potesse partire da una disponibilità maggiore di posti, ma non è così e quindi si dovranno trovare delle soluzioni.
Come Prefettura siamo già al lavoro e presto il prefetto illustrerà i progetti i questo senso. Abbiamo già incontrato i sindaci per far presente la situazione».
Su questo punto si ricorda che sono alcune decine i comuni che hanno aderito al piano di accoglienza. E ampliare l’orizzonte non è possibile se non c’è la volontà delle amministrazioni comunali. «Il problema è che siamo solo ad aprile e gli sbarchi sono già molto numerosi e c’è necessità di trasferire nei territori i migranti per far posto a chi arriverà».
Le disponibilità ad accogliere
Caruso conferma che i 25 ospiti del centro di Lamon entro maggio saranno trasferiti nell’ex scuola di Orzes. «La struttura di Lamon infatti non può più essere utilizzata», chiarisce il quadro Claudio Battistella, presidente della coop Integra che gestisce il Cas.
«Ci sono delle perdite d’acqua per la vetustà dell’impianto termoidraulico che non possono più essere sopportate.
Abbiamo chiesto alle suore di Maria Bambina con sede a Milano e proprietarie dell’immobile di venire a fare un sopralluogo per capire se intendono avviare lavori di sistemazione. Ci siamo offerti poi di sistemare personalmente la struttura.
Attendiamo la risposta. Comunque non appena sarà pronta l’ex scuola di Orzes che, secondo il nostro cronoprogramma, lo sarà a fine aprile, sposteremo i migranti da Lamon a Belluno». Lì poi ci saranno altri cinque posti liberi che potrebbero essere utilizzati per accogliere un terzo dei migranti dell’ex scuola di Cavassico.
Alloggi non dignitosi
«A Orzes stiamo intervenendo, ma c’è un po’ da fare a cominciare da tutto l’arredamento, dalla pulizia: bisogna rendere accogliente la struttura».
Battistella evidenzia come la situazione per l’accoglienza quest’anno è più complessa di sempre.
«Infatti oltre alla chiusura del centro di Lamon, dall’inverno abbiamo dovuto sgomberare il centro di via Medil in Nevegal dopo che è scesa la frana sulla strada. Lì erano ospitate 15 persone. La struttura non potrà essere riaperta finchè non verrà sistemata la frana e la strada e per quanto ne sappiamo il Comune non interverrà entro breve perchè si tratta di un lavoro impegnativo anche dal punto di vista economico. Mancano ancora, tra l’altro, le relazioni dei geologi, per cui sicuramente per quest’anno il centro non sarà utilizzabile».
A questo punto nemmeno la tenda della Croce Rossa potrà bastare per garantire un’accoglienza dignitosa ai migranti in arrivo.