I carabinieri scoprono un’altana abusiva allestita dai bracconieri
Non hanno ancora un nome gli autori di un’altana abusiva realizzata in località Piovena, su area demaniale, con tutti i crismi per il comfort di chi imbraccia la doppietta con la pioggia o con il sole e con una buona visuale su terreno di caccia agli ungulati, senza tanti pioppi in mezzo, che infatti sono stati tagliati per una superficie complessiva di circa 100 metri quadri. A descrivere la spiacevole scoperta nell’ambito dei controlli di rito, è un’ordinanza del Comune di Santa Giustina in cui si ingiunge il ripristino dello stato dei luoghi dove attualmente c’è l’altana che sarà demolita dall’ente in attesa di risalire ai responsabili finora ignoti.
Alla fine di febbraio, si evidenzia nell’ordinanza, il nucleo carabinieri forestale di Feltre ha trovato questo manufatto in area demaniale boscata a pochi metri dalla sponda destra del Piave. Il rapporto riferisce di un’altana dell’altezza di 3 metri da terra con uno spazio interno di circa 3 metri quadrati “con una struttura in legno e copertura in onduline plastiche a telo ombreggiante”.
Bastasse questo: si è eseguito il taglio di piante di pioppo “con ogni probabilità da parte del costruttore/utilizzatore dell’altana per ottenere una migliore linea di tiro”. Si tratta di una nuova costruzione, si evidenzia nel verbale, “la cui realizzazione sarebbe stata subordinata a una richiesta di permesso a costruire. Accertato peraltro che l’area in questione è all’interno dell’area fluviale, in vincolo paesaggistico, idrogeologico, zona rischio sismico di tipo 2 e zona Sic e vista la nota pervenuta dall’ufficio Genio Civile di Belluno dal quale si evince che l’area in questione è appartenente al demanio idrico e che non risulta alcun provvedimento autorizzativo”, si tratta evidentemente di un abuso edilizio.
Spetta dunque al Comune rimuovere la struttura per la caccia da appostamento agli ungulati e quant’altro presente nell’area, si prescrive da verbale, “riservandosi sin d’ora di recuperare le spese qualora venissero individuati gli eventuali responsabili”. Se un’altana rispettasse le caratteristiche costruttive previste dalla legge regionale 50/1993, si evidenzia ancora nell’ordinanza, e rispettasse le norme per la protezione della fauna e per il prelievo venatorio, sarebbe bastata una sola comunicazione agli uffici competenti. Ma qui si è fuori del tutto. Perché si è edificato ex novo qualcosa che non c’era proprio e su terreno altrui.