Martinica-Dolomiti andata e ritorno: scambio culturale tra bellunesi e caraibici
foto da Quotidiani locali
Scambio linguistico e culturale tra Belluno e Fort-de-France, capoluogo della Martinica. Da una parte 27 ragazzi di 3ª e 4ª e quattro docenti di Calvi e Lollino, dall’altra 29 giovani e tre professori dal liceo Bellevue. Un’esperienza che dal 3 aprile a giovedì scorso ha visto gli italiani accogliere i caraibici. Un favore che sarà ricambiato dal 26 aprile al 6 maggio, quando saranno i dolomitici a viaggiare al di là dell’Atlantico.
[[ge:gnn:corrierealpi:14223793]]
«Un anno e mezzo fa abbiamo avuto i primi contatti tra insegnanti, in particolare io e Olivier Couvreur», ricorda Loriana Pison, docente di francese del Calvi, «per chiederci se era possibile uno scambio culturale con un dipartimento francese d’oltremare. Loro da un’isola, noi dalla montagna, abbiamo bisogno di aprirci. Abbiamo ragionato su quale potesse essere un fil rouge comune: in primis il patrimonio, in particolare l’acqua, e poi ambiente e memoria».
Uno scambio al quale ha poi aderito volentieri il liceo Lollino. «Una bella occasione per i nostri allievi che non studiano il francese. Hanno però avuto modo di comunicare in inglese o comunque di farsi capire», commenta Chiara Lusa, con Tamara Danieli e Chiara Da Val tra le altre insegnanti bellunesi coinvolte. Un progetto sostenuto da professori, alunni e soprattutto genitori, specie nell’autofinanziamento per abbattere i costi del volo.
[[ge:gnn:corrierealpi:14223794]]
Su queste basi ha potuto realizzarsi una settimana costellata di momenti significativi di condivisione e d’amicizia. Tra attività a scuola e diverse uscite sul territorio bellunese e veneto. A Feltre per visitare la città storica, pattinare al palaghiaccio e mangiare in Birreria Pedavena. Tra le Dolomiti, dal Museo dell’Occhiale alle Tre Cime di Lavaredo. Sui luoghi del Vajont. Una puntata a Venezia. Prima di chiudere in bellezza con un atelier di cucina e la cena con festa finale a Pian Longhi. E le presentazioni dei lavori che i ragazzi, in équipe miste, hanno seguito per una settimana.
Uno scambio appoggiato con convinzione da entrambi i dirigenti. «Un progetto che richiede un grande impegno organizzativo, nonché un coinvolgimento della comunità», commenta Maria Pastrello del Calvi, «e che porta i ragazzi a sviluppare la dimensione relazione, sociale, interculturale, a capire le differenze, a muoversi nel mondo con una mente aperta». «In un mondo globalizzato si ha bisogno di aprirsi verso realtà con una storia molto diversa dalla nostra», aggiunge l’omologo del Lollino, don Giuseppe Bratti. «Sono certo che quel che i ragazzi riporteranno dalla Martinica sarà una grande ricchezza».
Ma come l’hanno vissuta gli ospiti? «Abbiamo avuto un’accoglienza calorosa», racconta il professor Couvreur, in Italia con le colleghe Fabienne Jannas e Nadine Arnaud. «I nostri alunni hanno ricevuto un punto di vista particolare di questa parte d’Italia. Per noi è un’occasione di apprendimento linguistico: in Martinica la lingua italiana non è insegnata. Le storie e situazioni dei due Paesi sono molto diverse, ma abbiamo capito che i problemi sono un po’ gli stessi. Uno scambio che fa incontrare due popolazioni che altrimenti difficilmente potrebbero conoscersi». E che si completerà tra due settimane. «I vostri ragazzi conosceranno un Paese molto diverso da Italia e Francia, complicato da capire anche per un francese. Sarà un’esperienza dove comprendere meglio i territori francesi d’oltremare».