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Corriere Alpi
Апрель
2024

Ospedali bellunesi a corto di medici: settanta posti vuoti, bandi per assumere

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Sono oltre una settantina i medici che mancano all’appello nelle strutture ospedaliere dell’Ulss 1 Dolomiti. E l’azienda sanitaria sta tentando tutte le strade per riuscire a reclutarli. Nei giorni scorsi ha indetto avvisi pubblici per l’assunzione a tempo determinato in ventitrè discipline. Nonostante le procedure selettive attivate, sono ancora disponibili alcune autorizzazioni per turn over di personale cessato, ma anche a titolo di supplenza e per extra turn over rilasciate dal direttore generale dell’Area sanità e sociale regionale per l’assunzione, con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e determinato (nelle more dell’assunzione a tempo indeterminato) di personale in ventitrè specialità, che coprono praticamente quasi tutte le discipline ospedaliere.

I posti scoperti

Confrontando i posti a concorso affidati ad Azienda Zera e quelli a tempo determinato messi a bando dall’Ulss si può evidenziare che sono una settantina i posti che risultano ancora scoperti per la carenza di personale da assumere negli ospedali di Belluno, Feltre, Pieve di Cadore e Agordo.

All’appello mancano una decina di medici nel reparto di Ginecologia, sette in Neurologia, almeno quattro in Psichiatria (ricordiamo che il servizio di Psichiatria di Feltre è chiuso da alcuni anni proprio per la mancanza di medici specialisti), un paio di posti si cercano anche per l’Oncologia, l’Oftalmologia, la Geriatria, l’Igiene degli alimenti e la Medicina Fisica e riabilitazione e la Medicina trasfusionale. A questi si aggiungono tre posti in Cardiologia, in Sanità pubblica, in Medicina legale, in Nefrologia e in malattie dell’apparato respiratorio, in Pronto soccorso e in Anestesia e Rianimazione, in Medicina interna e anche in Ortopedia. Un posto almeno andrà coperto nella disciplina di cure palliative, in patologia clinica, in Neuropsichiatria infantile, in malattie metaboliche e diabietologia e in Dermatologia. In quest’ultimo reparto da diverso tempo opera ormai un unico medico assunto dall’Ulss, mentre nella parte ambulatoriale viene affiancata dai medici cosiddetti con contratti Sumai.

Questi sono indicativamente i numeri per cui l’Ulss ha indetto l’avviso pubblico, a cui si aggiungono almeno quattro posti in Pediatria e un paio in Urologia.

Quanti dovrebbero essere i medici

Nei tempi migliori il personale medico dipendente dell’azienda dovrebbe contare 510 dirigenti. Un numero che da alcuni anni ormai non è più rispettato e a cui l’Ulss ha cercato in questo periodo di far fronte con le chiamate di libero professionisti, con le convenzioni con altre aziende e fino a qualche tempo fa con il ricorso al personale di cooperative.

Le assunzioni

Nei prossimi giorni l’Ulss conferirà un incarico libero professionale a due ginecologi per il corrispettivo di quasi 124mila euro. Si tratta dei dottori Emanuela Bellavia classe 1964 e Francesco Rigatti (classe 1972). La prima presterà attività ambulatoriale per massimo 12 ore a settimana, mentre il secondo svolgerà attività interventistica e di guardia attiva per 12 ore a chiamata con un massimo di 10 accessi al mese. Entrambi i professionisti non potranno superare al mese le 173 ore. Altri incarichi libero professionali per il reparto di Urologia saranno attribuiti agli ex specialisti dell’Ulss 1 oggi pensionati Stefano Guazzeri (classe 1949), Daniele Xausa (classe 1952) e Massimo Meneguolo (classe 1954). Al fisico sanitario Marco Fusella (40 anni) andrà un incarico a gettone nel reparto di Radioterapia per 35 ore mensili. Inoltre saranno assunti a tempo indeterminato un’ortottista (dottoressa Concetta Biscotti), due veterinari (dottoresse Giorgia Boccardo ed Emanuela Bacchi) e una biologa (Federica Peda) per la patologia clinica. Assunte a tempo determinato, invece, quattro ostetriche.

Il sindacato

«Un numero così alto di avvisi pubblici per assunzioni a tempo determinato non fa che confermare le difficoltà in cui si trova l’Ulss 1 Dolomiti quanto a personale, e sui medici in particolare», commenta il referente provinciale del Cimo, sindacato di categoria Stefano Capelli. Il quale rileva come «il fatto che l’azienda guardi a reclutamenti a tempo determinato va nella direzione segnata già da un po’ per eliminare la presenza di cooperative in provincia. I 23 avvisi denotano quindi i buchi presenti nei nostri ospedali che vanno al più presto sanati».

«Nella azienda bellunese manca almeno il dicie pe cento di camici bianchi», commenta anche Luca Barutta segretario regionale dell’Anaao. «Sappiamo che nel 2018 l’organico contava 509 medici, ma questo non significa necessariamente che con questo numero si fosse coperto tutto il fabbisogno. Inoltre», prosegue Barutta, «col nuovo contratto firmato da poco, non sono ammessi sforamenti di orario, il che amplifica il problema. Non possiamo più trovarci con medici che in un anno hanno svolto quasi 700 ore di straordinario, che tra l’altro non viene pagato. Ma purtroppo questi dati ci danno l’idea di come stia oggi il sistema sanitario pubblico».

Il segretario Barutta se la prende poi anche con un sistema che inserisce i medici specializzandi nell’organico per coprire i buchi. «Gli specializzando devono imparare il lavoro e lo devono fare sotto la tutela di un medico specializzato. Non si può certo farlo agire da solo. Ai cittadini va data la massima esperienza possibile quando si rivolgono alle strutture pubbliche, altrimenti si deroga a quel patto implicito che è necessario per non mettere a rischio le cure e l’assistenza».

Il sindacalista infine evidenzia come sia necessario al più presto trovare nuovi professionisti per la Neurologia. «La convenzione con l’ospedale-università di Padova sta mettendo in crisi gli specialisti che vengono qui a darci una mano. Questo sistema di persone che vengono una volta a settimana o al mese non va nella direzione della fidelizzazione del paziente che non è seguito in modo corretto».











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