Gli impiantisti di Belluno: «L’arroccamento per Socrepes è irrinunciabile»
foto da Quotidiani locali
«Le Olimpiadi non possono rinunciare all’impianto di arroccamento per Socrepes. Quindi ci auguriamo che si concluda rapidamente la procedura di valutazione dell’impatto ambientale del progetto presentato dagli investitori». Lo afferma Alberto Dimai, presidente della Società Ista di Cortina, interpretando anche il pensiero di tanti colleghi.
«Sarebbe grave che il parcheggio e l’impianto non fossero pronti per i Giochi. Non conosciamo le difficoltà procedurali, ma possiamo testimoniare», informa Dimai, «che i competenti Uffici della Provincia dimostrano di essere solleciti con altri interventi progettuali, come quello relativo alla riqualificazione dell’impianto che sale da Socrepes».
La Società Simico ha definito il cronoprogramma per la parte più urgente della “Pppp”’ (proposta di partenariato pubblico privato), che pone come termine ultimo per l’inizio del cantiere il mese di novembre e la conclusione nel dicembre 2025. Un investimento da 127 milioni che comprende un parcheggio pubblico per autovetture, della capacità di 747 posti auto a rotazione disposto su tre livelli, ciascuno con un proprio ingresso indipendente, oltre a una zona di 114 box privati con proprio accesso indipendente; una struttura commerciale su cinque piani compresa la stazione di partenza, aree di ristoro, spazi di deposito, una palestra/centro wellness; la cabinovia per Socrepes, da 2.400 persone/ora, comprendente una stazione di partenza, una intermedia nei pressi del centro abitato di Mortisa e una di arrivo; un piazzale dedicato ai trasporti pubblici; unn collegamento pedonale veloce, lungo circa 650 metri costituito da una sequenza di tappeti mobili pedonali all'interno di un tunnel che collegherà il parcheggio col centro città e con la partenza della funivia Faloria, con uscite intermedie su Corso Italia e a largo Poste. Per le Olimpiadi e le Paralimpiadi sarà fattibile solo un terzo del parcheggio e l’impianto per Socrepes.
«Impianto fondamentale», riconosce anche Dimai, «per evitare l’intasamento lungo la strada del Falzarego».
Il soggetto privato è la società Pool Engineering srl e Quick. La Conferenza dei Servizi preliminare si è avviata ancora un anno fa. La società non si pronuncia, ma si sa che la preoccupazione per il ritardo della Via è condivisa con i piani alti di Corso Italia a Cortina. E l’assessore Stefano Ghezze l’ha anticipato chiaro e tondo al nostro giornale: se la Regione non si fa carico del problema, oggi in capo alla Provincia, difficilmente si riuscirà a rispettare il dossier olimpico che prevedeva questo impianto come presupposto fondamentale dell’assegnazione della candidatura. La Regione pare sia stata in qualche misura interpellata e la prima risposta sarebbe stata quanto meno interlocutoria. Venezia, par di capire, perché dovrebbe dire di sì, cioè far passare la “Via” se a Palazzo Piloni, a Belluno, c’è chi tentenna?
Il progetto, si badi, ha cinque anni di storia, quindi non è un’invenzione dell’ultimo momento. E la proposta è stata ripetutamente rivista, aggiornata. Quindi – si dice a Cortina – non ci sono rischi di sorpresa. Tra l’altro il Progetto dell 4 “P” è stato fatto proprio dal Governo attraverso il Dpcm del 23 gennaio scorso. La sede regionale del Via è auspicata in Corso Italia anche per la ragione che a Venezia è assegnata la Vas, che è la Valutazione Ambientale Strategica. Vas e Via, dunque, potrebbero beneficiare di un percorso unico, facilitato. Ambienti vicini all’investitore privato si limitano a far capire che è vivamente atteso un parere positivo o negativo che sia. Come dire che dopo 5 anni di attesa, un’ultima parola, quella definitiva, è appunto la benvenuta.
Ma qual è il problema? Lo spiega Roberta De Zanna che già un anno fa sollevata il tema. «L’opera si troverà di fronte alla frana di Mortisa-Lacedel, la quale interessa il versante ovest della conca di Cortina estendendosi per circa 3 chilometri in direzione ovest-est, con il piede a quota 1150 metri in corrispondenza del Torrente Boite. Il settore 2 della frana è quella porzione centrale che scende lungo la seggiovia Roncato e poi prosegue attraversando la Sr 48 all’altezza dell’edificio ex Meloncino e la strada comunale per Mortisa. A detta delle relazioni tecniche è forse il settore più attivo di tutto il versante instabile. E termina proprio di fronte alle opere oggetto di intervento. Come si possono fissare i piloni in un ambiente del genere?».